Formazione

Prodotto il primo topo con un cervello “umano”

Il roditore ha l'encefalo composto da un 25% di cellule umane. Scopo dell'esperimento, curare Parkinson e Alzheimer

di Gabriella Meroni

Gli scienziati americani hanno prodotto in laboratorio un topo con un cervello composto per un quarto da cellule umane. L’esperimento lascia presagire importanti sviluppi per la cura di malattie come il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer, ma pone interrogativi etici di difficile soluzione sui confini tra uomo e animale. Il topo col “cervello chimera”, prodotto nei laboratori della società californiana StemCell dall’équipe del professor Irving Weissman dell’Università di Stanford, ha stupito gli scienziati dimostrando che con le giuste condizioni i neuroni umani (le cellule cerebrali) possono svilupparsi all’interno del cervello di un topo. I topi chimera sono sani e si comportano normalmente. I ricercatori californiani hanno isolato in laboratorio alcune cellule staminali umane (cellule base, totipotenti, in grado di trasformarsi in vari tipi di tessuti) e le hanno introdotte nel cervello di un topo appena nato. Quando il topo ha raggiunto una certa età, il suo cervello era pervaso di cellule staminali umane attive. “Non stiamo ricreando un cervello umano – ha spiegato Ann Tsukamoto, capo ricercatrice alla StemCells – stiamo solo cercando di capire come funzionano le cellule staminali, come possono essere usate per la cura di alcune malattie”. “Sembra – ha spiegato Weissman – che le cellule cerebrali siano in grado di seguire le istruzioni di sviluppo contenute nel cervello del topo. Sono componenti umane in una cosa che è chiaramente il cervello di un topo”. Nei progetti degli scienziati c’è anche la creazione di un topo con un cervello composto quasi interamente da cellule umane. Weissman ammette comunque che per questo passo sarà necessario risolvere alcune questioni di tipo etico: “Bisognerà chiedere agli esperti di etica oltre quale percentuale di cellule umane sia il caso di preoccuparsi, e, se è il caso di preoccuparsi, di che cosa”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA