Cultura

La sostenibilità, ovvero la salvezza del capitalismo

di Sebastiano Maffettone

di Redazione

Contrariamente a quanto molti ingenui fan del ?laissez-faire? sostengono ancora oggi, la riconciliazione tra gli interessi egoistici dei singoli attori sul mercato con l?interesse generale a mantenere un clima collettivo di fiducia reciproca e affidabilità degli scambi, non è basata sul meccanismo della ?mano invisibile?. Bensì su quella riserva di virtù non acquisitive e di legami pubblici che il sociologo francese Emile Durkheim avrebbe concepito, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, come il vero cemento della società. Negli ultimi decenni, la medesima volontà di tenere assieme i costi e le opportunità, che il mercato impone, ha preso le vesti più esplicitamente filosofiche di una business ethics cosmopolitica. Ricerche empiriche confermano ampiamente l?ipotesi secondo cui un comportamento ragionevole in termini di sostenibilità favorisce il buon andamento delle imprese sul mercato. Contrariamente a un dogma tipico della teoria della finanza, una segmentazione del portafoglio basata sulla sostenibilità offre di media prospettive migliori di investimento. Si tratta di una prospettiva assai promettente per il funzionamento del sistema capitalistico-democratico nel suo complesso. Sebastiano Maffettone, ordinario di filosofia alla Luiss


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