Non profit
Azzardo: troppo silenzio sulla ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità
Che fine ha fatto la ricerca epidemiologica sull'azzardo che l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli aveva commissionato oltre un anno fa all'Istituto Superiore di Sanità? Chi ha i dati e, soprattutto, perché non vengono resi pubblici assieme ai criteri epistemologici della ricerca? Una vicenda su cui è urgente fare chiarezza, anche perché ora scopriamo che quei dati ci sono. Una lettera del professor Maurizio Fiasco apre il caso
Caro Presidente [dell'Osservatorio sul gioco d'azzardo ndr ]dottor Claudio D'Amario,
Nell'assemblea degli operatori del gioco d'azzardo in concessione statale – svoltasi il 10 luglio, a Roma – il Direttore dell'Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) ha anticipato alcuni dati della Ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità.
Sono francamente sconcertato che l'Ente di scopo – l'ADM appunto – ne esponga delle anticipazioni (dati, elementi) prima ancora di una comunicazione dello stesso ministro della Salute, dal quale dipende l’Istituto Superiore di Sanità.
Una anomalia istituzionale che però dalla Salute si estende – per tabulas – allo stesso organismo consultivo del ministero, cioè all'Osservatorio sul gioco d'azzardo. Giova ricordare che l'Osservatorio non è più allocato presso i Monopoli di Stato, ma è incardinato nel Ministero della Salute. E questo perché il Parlamento, in sede di conversione del Decreto Balduzzi del 2012, ha invertito l'ordine logico delle priorità: le questioni di salute pubblica vanno anteposte a quelle di natura industriale e fiscale. Ma tant'è.
A pensarci bene, però, permangono alcune conseguenze di un paradosso, a suo tempo avallato con non chalance dai precedenti governi: un ente economico, quantunque “di Stato”, si pone in veste dicommittente della ricerca su un problema sensibile (salute, sicurezza, etica ecc.). I Monopoli, in quanto“proprietari” degli elaborati dell’indagine, ne dispongono perciò autonomamente?
Ritorno dunque con decisione sulla questione della Ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, che è stata definita dalla Dottoressa Pacifici, relatrice alla nostra riunione ultima scorsa, come "epidemiologica" e“osservazionale”
Tralascio di commentare se tale dizione sia "appropriata" e quindi mi riservo di aderire o eventualmente di contestare tale "statuto" dell'indagine. Finora la cappa di segretezza sull'operazione ha impedito un'ordinaria trasparenza. A nulla sono valse le istanze rinnovate nelle sedi appropriate e senza alcun clamore al di fuori delle adunanze dell'Osservatorio.
Sottolineo però – ne sono costretto – che nella riunione del 4 luglio scorso ho rinnovato per l'ennesima volta la richiesta formale che tutto l'Osservatorio abbia a disposizione:
a) il progetto della ricerca;
b) la chiara descrizione della metodologia;
c) copia degli strumenti adottati (questionari e altro);
d) modalità di selezione della direzione scientifica operativa e dei singoli intervistatori;
e) come si siano fronteggiate le distorsioni arrecate dall’aver corrisposto alle migliaia di intervistati una pur piccola indennità, cioè “un buono commerciale da 10 Euro”;
f) se componenti del Comitato scientifico e del team di ricerca abbiano avuto pregressi rapporti di tipo professionale con le società concessionarie dei giochi pubblici d'azzardo.
Preciso che sono richieste che andavano accolte "di default", senza cioè nemmeno passare al deliberato del plenum dell'Osservatorio, riguardando attribuzioni precise fissate nel decreto istitutivo del nostro organismo.
Alla luce di queste elementari e assiomatiche evidenze rinnovo la richesta di una esauriente risposta ai quesiti: da punto "a" (epistemologia del progetto) al punto "f" (assenza di conflitto d'interessi).
Confidando della Sua personale comprovata correttezza istituzionale
Cordiali saluti e buon lavoro.
L'Autore di questa lettera, il professor Maurizio Fiasco, è membro dell'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave istituito presso il Ministero della Salute
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