Liberia, nessuno può uscire dal Villaggio Sos a causa dell’Ebola

A Monrovia il Centro medico di Sos Villaggi dei Bambini è l'unico operativo h24. Non cura l'Ebola, ma tutti gli altri disturbi. Per proteggere i bambini dal contagio nessuno può lasciare il Villaggio Sos e chi lo fa non può ritornare

di Redazione

624 morti. Tante sono le vittime di Ebola a oggi (fonte Bbc) in Liberia dove nonostante tutto i programmi di Sos Villaggi dei Bambini per combattere la diffusione del virus continuano. «L’Ebola ha portato in tutti la paura di essere contagiati da chi ti è più vicino. Hai il terrore degli amici, parenti, di chiunque non stia bene. È peggio di una guerra», spiega George Kordahi, il direttore di Sos Villaggi dei Bambini in Liberia. «I nostri ragazzi e bambini sono protetti, al sicuro ma stanno iniziando a sentirsi intrappolati. Nessuno può allontanarsi. Non è stato facile dire agli educatori e alle Mamme Sos che non possono per ora ritornare nelle loro comunità o case. La paura che possano contrarre il virus è troppo alto. Chi vuole uscire dal Villaggio Sos non può più ritornare. Dobbiamo proteggere i nostri bambini. Le scuole sono state chiuse e nessuno può giocare con gli altri bambini della comunità. È troppo pericoloso». Il direttore Kordahi sottolinea come lui e tutti gli operatori di Sos Villaggi dei Bambini «stiamo facendo del nostro meglio per rimanere saldi e continuare a fare il nostro lavoro»

Il centro Medico Sos di Monrovia è l'unico operativo 24 ore al giorno. È praticamente l'unico centro medico ancora pienamente funzionante in tutta l'area. Gli ospedali pubblici e le cliniche della zona sono stati gravemente colpiti dallo scoppio del virus e molti hanno dovuto chiudere perché medici e infermieri sono morti.
Il centro medico Sos non cura la malattia ma riceve i pazienti con altri disturbi. Se, tuttavia, il paziente è sospettato di avere contratto il virus, il personale medico Sos avvisa il ministero della salute che provvede all’immediato trasferimento in un centro medico specializzato.

«Siamo molto impegnati nella clinica medica», dice Quendi Appleton, il direttore della clinica «Nonostante la sensibilizzazione, le comunità negano la gravità del virus. È un inferno. Il Governo ha dovuto schierare la polizia e parte dell'esercito davanti agli ospedali, per cercare di tenere la situazione sotto controllo. Grazie a importanti donazioni siamo riusciti a ricevere attrezzature e materiale di prevenzione per i medici e gli infermieri che continuano a lavorare nella clinica e per la comunità. Tutto il personale ha l'obbligo di utilizzare i materiali per evitare il contagio. Aver ricevuto questi strumenti ci permette di poter continuare a lavorare in sicurezza e curare più persone. I magazzini del ministero della Salute sono a corto di stivali di gomma e bottiglie di disinfettante, essenziali per prevenire la diffusione della malattia. In tutte le strutture di Sos Villaggi dei Bambini, presenti nei paesi colpiti dall’Ebola, sono state adottate una serie di misure preventive: sensibilizzazione su come prevenire la diffusione della malattia, sull’utilizzo efficace di vestiti e strumenti e una collaborazione costante con il ministero della Salute per la segnalazione di focolai».
 


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