Welfare

Carcere & lavoro. Due coop sociali fanno rivivere il 700 veneziano

Storia della collaborazione tra le detenute del carcere veneziano della Giudecca e la Casa di Reclusione di Padova.

di Eugenio Andreatta

Raffinati costumi del 700 veneziano in mostra su manichini ad alta tecnologia e dalla lavorazione artigianale. Poteva essere semplicemente una tra le tante (e probabilmente tra le più interessanti) mostre del Carnevale di Venezia. Ma questa volta c?era qualcosa in più. È la storia di una singolare sinergia a distanza. Quella che si è realizzata tra le detenute del carcere femminile veneziano della Giudecca e i reclusi nel penitenziario padovano di via Due Palazzi. Le prime, autrici dei costumi ma anche di un lungo percorso di ricerca su quadri e testi dell?epoca per ricostruire fedelmente queste vere e proprie opere d?arte. I secondi da anni ormai producono manufatti che fanno bella mostra di sé nelle più quotate boutiques italiane e che sono stati ammirati anche a Palazzo Pitti. “Il laboratorio di sartoria alla Giudecca esisteva da tempo”, racconta Gianni Trevisan, presidente della cooperativa sociale Il cerchio, “era una della attività alla quale collaboravamo. Poi, alcuni mesi fa, l?arrivo di Veronica, una detenuta rumena dalla manualità straordinaria, che tagliava e cuciva senza neppure imbastire. Attorno a lei e con la collaborazione di Massimo Burigana, insegnante nella scuola del carcere, è sorto un gruppetto molto motivato di detenute”. I lavori sono finiti in mostra, grazie alla collaborazione con l?associazione culturale veneziana Il granello di senape, all?interno di Palazzo Mocenigo nell?ambito delle manifestazioni per il Carnevale di Venezia, auspice la presidente del Consiglio comunale, Mara Rumiz. I manichini li ha forniti una cooperativa sociale padovana, la Giotto, che li realizza in carcere. “Non abbiamo solamente portato lavoro in carcere”, spiega il presidente Nicola Boscoletto, “ma anche recuperato una tecnica artigianale toscana che era stata abbandonata”. A mostra conclusa, (martedì grasso), un?altra commessa: “Lo storico caffè Pedrocchi di Padova ha chiesto di addobbare una vetrina a fine aprile”. La joint-venture sociale continua.


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