Cultura

Questa stampa, buona davvero

Come la Chiesa tratta il tema della pace attraverso i propri due organi ufficiali di informazione: "Osservatore Romano" e "Radio Vaticana" (di Gianni Cardinale).

di Redazione

Sono le due punte di diamante dell?offensiva pacificatrice del Papa e della Santa Sede. Uno è gesuita, l?altro è un ex dirigente dell?Azione Cattolica. Uno viene da Napoli, l?altro da Serino in Irpinia. Stiamo parlando di padre Pasquale Borgomeo e del professor Mario Agnese, rispettivamente il direttore generale della Radiovaticana e il direttore dell?Osservatore Romano. Amici da una vita, sono loro che guidano i due strumenti giornalistici della ufficialità vaticana. E lo fanno con un piglio per niente paludato. Fedelissima alle parole del Papa e alle indicazioni della Segreteria di Stato vaticana, la coppia Agnes/Borgomeo negli ultimi mesi ha fatto più volte notizia sui massmedia per il modo spigliato e diretto con cui amplificano la voce di Giovanni Paolo II a favore di una soluzione pacifica della crisi irachena e criticano senza peli sulla lingua chi invece preferisce la scorciatoia di un intervento armato. Senza tanti ?ma? e senza tanti ?se?. Borgomeo è il più estroverso dei due e interviene spesso ai microfoni della radio del Papa a commentare gli ultimi sviluppi. In uno dei suoi ultimi interventi, ad esempio, ha affermato che se Saddam Hussein “vuole evitare una guerra, che sarebbe non solo la sua fine, ma anche una tragedia per il popolo iracheno, deve distruggere quelle armi e dare così il via a quel disarmo che gran parte della comunità internazionale si sforza in ogni modo di ottenere come alternativa all?attacco militare”. Detto questo, però, non ha risparmiato critiche a quegli “ambienti per i quali una guerra all?Iraq apre le porte di un Eldorado e che perciò su di essa puntano come si fa su un tavolo verde”. “Sono le società petrolifere statunitensi e coloro che su di esse investono”, ha spiegato sempre Borgomeo. Più discreto invece è lo stile di Agnes. Il professore non scrive editoriali, ma lascia parlare i titoli del foglio vaticano, da lui curati con una particolare attenzione (e poi avallati dai piani alti del Palazzo Apostolico). E si tratta di titoli che valgono più di un editoriale. Basta scorrere quelli dell?ultimo mese: “Non bisogna rassegnarsi, la guerra non è inevitabile”; “Tutti insieme per il bene supremo della pace”, “La fatica della pace”, “Con audacia sui sentieri della pace”, “Insieme operiamo e preghiamo per la pace”; “Non sia una Quaresima di guerra”; “La guerra è un omicidio in grande”; “In ginocchio per la pace”? Per non parlare del gigantesco “Mai” (al terrorismo e alla logica di guerra) stampato a caratteri cubitali nell?edizione del 24-25 febbraio e usato per il fascicolo allegato all?edizione del 5 marzo per la giornata di preghiera e di digiuno per la pace indetta dal Papa. Agnes poi, usualmente riservatissimo e alieno dal concedere interviste, è arrivato persino a rispondere ad alcune domande del vaticanista di Repubblica (quotidiano che di solito non vede molto di buon occhio perché troppo laicista?). Per affermare di non avere dubbi “che la maggioranza del popolo italiano stia con il Papa e ne comprenda il sacrificio che offre con la sua preghiera e i suoi sforzi per la pace”. Gianni Cardinale


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA