Non profit
In Sicilia è nata la onlus materasso
La Regione costituisce un'associazione per assorbire 3.200 precari. Il metodo fa discutere
di Redazione
Per la Giunta regionale siciliana guidata da Raffaele Lombardo si tratta di «un risultato importante che riduce dello 0,7% il tasso di disoccupazione» in una regione, come la Sicilia, che in Italia ha il primato negativo del 15,1%. Per gli oltre tremila precari palermitani che da mesi minacciavano fuoco e fiamme è stata la soluzione a tutti i problemi, tanto che alla fine anche i sindacati hanno dato la loro benedizione. Ma in Sicilia c’è pure chi parla di «scandalosa infornata di nuovi precari a danno dei contribuenti» e giudica assolutamente illecita l’operazione Social Trinacria onlus. Così si chiama l’associazione non profit nata a settembre su iniziativa dell’assessorato regionale alla Famiglia (allora guidato da Lino Leanza, prima del rimpasto che ha portato solo tecnici alla guida della Regione) per stabilizzare con contratti a tempo indeterminato i precari, destinandoli a lavori socialmente utili. Un caso perlomeno bizzarro, che prevede la destinazione di cospicue risorse pubbliche, senza nessuna procedura di evidenza pubblica, a una associazione onlus privata.
Le perplessità sull’operazione vengono lanciate dalle pagine web del quotidiano on line Live Sicilia, ma finora nessuno ne ha parlato esplicitamente, anche se alcuni politici locali – dalla deputata dell’Ars Marianna Caronia, che guida il Gruppo Misto, a esponenti di Pd e Pdl – hanno chiesto di accendere i riflettori per evitare «compravendite di posti di lavoro».
Ma chi sono i precari che il governo Lombardo ha deciso di gestire direttamente, togliendoli al Comune di Palermo e facendoli transitare in una onlus, la Social Trinacria, appunto? Accomunati sotto la sigla Pip (vale a dire i soggetti dell’area ex Emergenza Palermo, inseriti nel Piano per l’occupabilità di persone svantaggiate della città) sono i reduci di un’operazione fatta nel 1997 dal Comune di Palermo quando era ancora sindaco Leoluca Orlando, che attraverso un bando per la realizzazione di lavori socialmente utili aveva chiesto alle cooperative sociali di presentare dei progetti per la stabilizzazione di lavoratori svantaggiati. Nel giro di tre mesi si erano costituite oltre 200 cooperative sociali a Palermo, costituite da ex detenuti.
Fino allo scorso anno le cooperative hanno lavorato facendo lavori di pubblica utilità per conto del Comune, con fondi provenienti o dal ministero o dalla Regione. Ma da quando il ministero ha cessato i finanziamenti, la Regione ha deciso di intervenire mettendo a disposizione fondi per la stabilizzazione, fondi che ammontano a 24 milioni di euro per il 2010 e a 36 milioni rispettivamente per il 2011 e il 2012. Il problema della Regione però era come legare proprio agli ex Pip di “Emergenza Palermo” le risorse destinate genericamente alla stabilizzazione di precari. Per aggirare l’ostacolo si è inventata la onlus, con sede presso l’assessorato regionale alla Famiglia, affidando la presidenza a un docente universitario, Gioacchino Lavanco, a cui a poco a poco sono stati fatti iscrivere come soci gli stessi lavoratori. Di fatto all’associazione sono state poi trasferite tutte le risorse, i famosi 24 milioni di finanziamento. Per fare cosa?
Per dare un’occupazione ai 3.200 ex Pip la Regione ha deciso di utilizzarne una parte negli assessorati, nei musei già affollati di custodi, ma anche in aziende sanitarie, biblioteche, scuole, perfino presso gli uffici del ministero della Giustizia. L’aspetto veramente paradossale è che alcuni di loro, ex detenuti, sono stati destinati agli archivi della Procura della Repubblica di Palermo. E potrebbero trovarsi tra le mani le pratiche che riguardano loro o qualche loro ex complice. [Marina Moioli]
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