Merita più di una riflessione?
?il Consiglio dei ministri Ue per la Cooperazione e lo sviluppo riunitosi a Bruxelles lunedì 10 maggio. La prima. Dal momento che l’incontro si tiene due volte l’anno forse sarebbe stato meglio che l’Italia ci mandasse il suo esponente più qualificato in materia, ovvero Elisabetta Belloni, che dirige la Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo. A detta del suo vice Mario Sammartino che ha rappresentato l’Italia,«Elisabetta era reduce da una serie di viaggi molto impegnativi». Peccato perché sono stati dibattuti temi fondamentali.
A cominciare da Haiti?
?la seconda questione su cui vale la pena fare una riflessione. L’Italia ha firmato proprio con Haiti un accordo bilaterale per la cancellazione finale del debito, per un totale pari a 40,4 milioni di euro, cifra che poi corrisponde agli aiuti complessivi che Roma verserà alla gigantesca macchina umanitaria internazionale per aiutare l’isola caraibica. In tutto l’UE ha annunciato aiuti pari a 1,2 miliardi di euro. Sammartino ha giustificato la scarsità del contributo italiano con il fatto che Haiti non è un Paese tradizionalmente prioritario per la Farnesina. D’accordo, ma da lì a non tirar fuori nemmeno un euro ce ne passa.
La terza questione?
?è la “battaglia” sul nuovo Servizio esterno UE capeggiato da Catherine Ashton. Il casus belli è stabilire chi tra Commissione e Servizio esterno gestirà la parte dei fondi europei attualmente controllati dal commissario per lo Sviluppo, Andris Piebalgs. Gli Stati membri vogliono mettere le mani su questo ricco bottino. Le ong europee invece si oppongono sostenendo che se la gestione passerà sotto la Ashton la cooperazione allo sviluppo rischia di politicizzarsi al 100%.
Allarme disoccupazione in Sudafrica?
?nel 2009 sono rimaste senza lavoro ben 900mila persone. Alla faccia di chi pensava che i Mondiali avrebbero consentito al Paese di avere un boom senza precedenti dopo anni di “vacche magre”. Al solito, grazie alla cricca di Joseph Blatter e della Fifa i finanziamenti per costruire stadi sono finiti nelle solite tasche dei corrotti locali.
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