Cultura

Politica. Rutelli tende la mano a Prodi

Tra le poche voci contrarie alla "pace fredda" dentro il centrosinistra, quella di Ciriaco de Mita. Tutto bene, dunque? Forse. Per ora però è tregua

di Ettore Colombo

Dopo settimane di polemiche e tensioni, Francesco Rutelli tende la mano a Romano Prodi. Il leader della Margherita parlando alla direzione del partito stamattina, non solo ha invitato genericamente a “concludere la discussione interna”, dedicando così “tutte le nostre energie e le intelligenze agli obiettivi che ci accomunano”, ma ha usato parole concilianti anche sul più eclatante casus belli del recente duro confronto con Prodi: le liste unitarie per le regionali. “Le ferite di queste settimane vanno richiuse – ha spiegato Rutelli – Dunque è bene mettercela tutta per utilizzare una prevalenza di liste unitarie nelle regioni come un messaggio di ritrovata coesione”.
Posizione che ha finalmente ricucito i rapporti interni al partito, aprendo la strada all’approvazione a larghissima maggioranza da parte della direzione di un documento unitario. Tra le poche prese di distanza dal nuovo corso inaugurato da Rutelli, quella di De Mita, che ha platealmente annunciato di volersi dissociare. “Voterò contro il documento, qualunque sia – aveva anticipato – per contribuire a mettere fine a questo spettacolo avvilente”.
Nel passaggio centrale della sua relazione alla direzione, Rutelli aveva spiegato di voler “guardare avanti e non indietro”, esortando il partito a “non dividerci” e a “fermare ogni polemica pubblica”, dedicando “tutte le nostre energie e le intelligenze agli obiettivi che ci accomunano: la vittoria delle nostre coalizioni dei nostri presidenti alle regionali, il successo delle liste e dei candidati della Margherita e di ‘Uniti nell’Ulivo’, conferma del processo di larga unità del centrosinistra con la guida di Prodi e della cooperazione tra le forze riformiste per dare vita e operatività alla Federazione dell’Ulivo”.
“Esistono pienamente le condizioni per una piena unità – ha proseguito ancora Rutelli – e non vedo un solo motivo formale né razionale perché nelle ultime settimane noi ci dovessimo trovare immersi in una esasperazione estrema, dall’enorme costo politico, di immagine e di consensi”. Il leader della Margherita ha voluto poi respingere l’accusa di “una presunta volontà di mettere in crisi il progetto dell’Ulivo” e il “sospetto su una incertezza sulla scelta del centrosinistra nell’ambito del bipolarismo”. “Ho sempre creduto – ha spiegato – che la forza del processo della Federazione dell’Ulivo non dipendesse dal numero di liste unitarie in elezioni in cui il messaggio unitario poggia innanzitutto sul candidato presidente e sull’alleanza più larga. Ma le ferite di queste settimane vanno richiuse. Dunque è bene mettercela tutta per utilizzare una prevalenza di liste unitarie nelle regioni come un messaggio di ritrovata coesione”.
Quella di oggi sarà ricordata insomma come la giornata della pace fatta tra Prodi e Rutelli? L’ex ministro degli esteri Dini si è detto ottimista: “Io credo che ci si muova rapidamente verso l’unità e anche verso una maggiore vicinanza e quindi anche verso ‘una pace fatta’”.

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