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Legge 185: Disarmare Saddam… armandolo

"Noi chiediamo a Saddam di disarmarsi, ma promuoviamo parallelamente leggi con cui sarà non solo più facile produrre armi, ma venderle a chiunque e soprattutto non saperne nulla".

di Riccardo Bagnato

ROMA – Hanno appena cominciato a riunirsi davanti al Senato per testimoniare il disappunto e l’amarezza con cui il coordinamento della Campagna, insieme a oltre 100mila firme raccolte per la difesa della Legge 185, ha appreso la decisione del Parlamento. “La situazione e’ pessima” ci dice Riccardo Troisi, coordinatore della campagna “Probabile che la disucssione sul disegno di legge 1547 slitterà a domani. Oggi si parlerà di costituzione europea, forse, di Alpini…”.

“Abbiamo pero'”, continua Troisi “strappato un momento di riflessione con il Sen. D’Onofrio verso le 15:30, con cui nelle settimane scorse ci era sembrato trovare un interlocutore sensibile, ma che oggi sembra allinearsi con il resto della maggioranza senza alcun distinguo”.

Un momento di riflessione quindi, nella giornata dell digiuno per la pace, e in cui stamane il coordinamento “Fermiamo la Guerra” e il coordinamento della campagna in difesa della Legge 185 si sono incontrati per testimoniare all’unisono l’assurdità di questa modifica e di questa scelta parlamentare. Presenti i rappresentanti di tutte le associazioni, Alex Zanotelli, Savino Pezzota (Cisl) e Luigi Bobba (Acli) fra gli altri.

“Davanti al senato stenderemo una bandiera di 60×40 metri” ha concluso Troisi “per evidenziare così la nostra presenza. Ma una cosa ci preoccupa: noi, che chiediamo a Saddam di disarmarsi, promuoviamo parallelamente leggi con cui sarà non solo più facile produrre armi, ma venderle a chiunque e soprattutto non saperne nulla”.

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