Famiglia

Per 500 lire di carit

Quanti bollettini umanitari compilava ogni mese l’illustrissimo agente di borsa! Ma la cifra versata?

di Guido Conti

L?ultimo giorno del mese, l?illustrissimo dottor Ermenegildo Picconi, vedovo cinquantenne, piacente ed elegante, passeggiava dal suo ufficio, nel centralissimo corso di Porta Romana di Milano, fino al primo ufficio postale. Qui, l?illustrissimo dottore Ermenegildo Picconi veniva salutato con grandi sorrisi da impiegati e conoscenti e lui rispondeva allo stesso modo, con grandi strette di mano e salutoni. Un uomo buono e generoso, una brava persona che alla fine di ogni mese si recava puntuale all?ufficio postale per compilare bollettini e versamenti per le popolazioni affamate dell?Etiopia, per i bambini malati di leucemia, per le ricerche sul cancro e l?Aids; e se non c?erano bollettini precompilati, toglieva dal portafoglio una carta piegata con cura con i numeri di conto corrente ricopiati da giornali e Pubblicità Progresso. C?erano giorni in cui compariva all?improvviso dopo eventi eccezionali, come per esempio dopo la Partita del cuore, quando si raccoglievano i fondi per il sostegno a distanza dei bambini, oppure dopo trasmissioni televisive fiume che duravano giorni, a favore dei feriti e mutilati dalle mine antiuomo, e per le vaccinazioni primarie nei territori più poveri della terra, come in alcuni stati dell?Africa centrale e dell?Asia. Una vita a compilare col proprio nome bollettini di conti correnti, versamenti, bonifici e assegni. La presenza dell?illustrissimo dottor Ermenegildo Picconi in quell?ufficio postale attirò l?attenzione del personale che, desideroso di vantare nel proprio ufficio simili avventori, portò la voce a un cronista del più importante giornale della città. La voce diventò notizia per il caporedattore di quel quotidiano nazionale che, spinto dalla curiosità, mandò un proprio inviato proprio per interrogare l?uomo, già si diceva, più buono d?Italia, un uomo di cuore a cui tutti ormai rivolgevano inchini per la sua magnanimità d?animo. Perché poi l?illustre dottor Ermenegildo Picconi era anche un ottimo agente di borsa e come tale dedito allo spostamento continuo di enormi capitali da un continente all?altro. La sua figura longilinea e baffuta era davvero diventata una favola in città. E già si parlava di leggenda. Così, quando il giovane cronista arrivò dentro all?ufficio, non ebbe difficoltà ad incontrare il dottor illustrissimo Ermenegildo Picconi, di professione agente di borsa, ma non lo disturbò subito. Volle vedere di persona quello che faceva per meglio descriverlo sul giornale. Così il dottor illustrissimo Ermenegildo Picconi, come ogni volta, prese i diversi bollettini che trovava sulle bacheche e prendeva nota dei numeri di conto corrente e si piegava sugli scrittoi, fiero della propria bontà. Mentre scriveva, il giovane cronista lo avvicinò. «Buongiorno!» «Buongiorno!» «È lei il dottor illustrissimo Ermenegildo Picconi?» «Di persona!» Così, dopo alcune domande e risposte di rito, il giovane cronista non poteva più trattenersi dal chiedere la cosa più importante, la domanda che gli bruciava in gola, il vero motivo per cui era stato mandato a intervistarlo. E cioè la cifra che ogni mese sborsava per la sua carità nei confronti dell?umanità intera. E proprio sulla cifra ci fu la sorpresa. «In ogni bollettino verso 500 lire!» disse Ermenegildo Picconi. Il giovane cronista restò allibito. «Come 500 lire? Per ogni bollettino? Costa di più la tassa che lei paga alla posta!» «Certo!» «Ma mi scusi», disse il giovane, «che carità è mai questa?» Il vecchio sorrise più arguto che mai. «Se tutti in Italia facessero come me, e siamo più di cinquantasei milioni, non sa quante centinaia di milioni si raccoglierebbero? E questo per una volta al mese. Se lo moltiplichiamo per dodici, quanto crede che faccia in un anno la somma raccolta? E questo per ogni giusta causa o bollettino che utilizzo. Anche questa, mio caro giornalista, è una forma di carità. E poi pensi se facesse così ogni uomo dei paesi capitalistici!» «E ogni mese quando le costa tutto questo?» «Non meno di cinquantamila lire!» «È una bestialità! Mi scusi» rispose il cronista. «Lo pensa lei! Se tutti davvero facessero come me, la carità funzionerebbe meglio. In fondo i singoli non risolvono i problemi, ma tutti insieme si potrebbe. La piccola carità è quella che più funziona. È una legge economica, come gli interessi minimi che sui grandi capitali creano immensi guadagni! Io il mio dovere lo faccio. E lei?» disse ancora Ermenegildo Picconi ridendo. «Adesso ho da fare!» continuò Ermenegildo Picconi. «Mi scusi» disse sorridendo, ripiegandosi sui bollettini. «Un?altra domanda!» disse il cronista. «Per carità!», disse ridendo il dottor illustrissimo Ermenegildo Picconi, «per carità, è tardi». Il giovane cronista non seppe più cosa dire né cosa pensare. Era veramente esterrefatto, allibito. Non ci capiva più niente se quel signore aveva torto o ragione, se fosse un angelo o un mostro. Chissà perché si sentiva preso in giro, anche se sotto sotto capiva che forse quel signore non aveva tutti i torti. Il cronista non riusciva a capire la sua rabbia. Chiuse il suo taccuino e se ne tornò al giornale più dubbioso che mai, sempre più convinto che avrebbe fatto fatica a scrivere quel pezzo. Guido Conti: uno scrittore tra fantasia e ricerca Guido Conti vive e lavora a Parma, dove è nato nel 1965. Ha esordito con racconti pubblicati sulla rivista ?Clandestino? ed è stato portato alla ribalta da Vittorio Tondelli nel terzo volume di Under 25 ?Paperbang? (Transeuropa, 1990). Ha pubblicato da Guaraldi una raccolta di racconti, ?Della pianura e del sangue? (1995) cui è seguito, l?anno dopo, il romanzo ?Sotto la terra il cielo?. Quando non scrive, si occupa di ricerca letteraria riportando alla luce materiali di autori del Novecento italiano occupandosi anche dei rapporti tra letteratura e giornalismo. Ha progettato l?almanacco ?Transpadana? (Diabasis, 1996) e ha curato l?antologia ?Dire scrivere pubblicare leggere valutare? (Guaraldi, 1997) in occasione del terzo appuntamento de ?I nuovi Selvaggi?, il progetto culturale e letterario di Colorno (Parma) di cui è uno dei fondatori. L?ultimo suo libro ?Il coccodrillo sull?altare? (Guanda, 1998) è stato selezionato al Premio Comisso e al Premio Chiara.


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