Volontariato

Naja, le armi e i mestieri

Un futuro da meccanico, idraulico, cuoco o operatore di computer.Per i giovani di leva,i mesi con le stellette non andranno perduti.Perché servire la Patria e farsi una posizione adesso si può.

di Giampaolo Cerri

Arruolati, imparerai un mestiere. Sarà probabilmente questo lo slogan delle prossime campagne pubblicitarie delle Forze Armate. E non si tratta, si badi bene, di imparare a far la guerra o, in tempo di politically correct , a mantenere la pace. No, non si parla di maneggiare i vecchi fucili o di strisciare con il ?passo del leopardo?; la professione in questione fa parte di quelle più tipiche della vita civile: elettricista, meccanico, cuoco, maniscalco. La novità viene introdotta dal progetto ?Euroformazione Difesa?, varato dal ministero del Lavoro e da quello della Difesa, per creare opportunità di apprendimento professionale nel periodo di leva, grazie ai finanziamenti del Fondo sociale europeo.
Finisce dunque l?epoca della naja come ?tempo perduto? per migliaia di giovani italiani? Va in archivio il servizio militare inteso come periodo sottratto allo studio, al lavoro o alla ricerca di un?occupazione? E se per tante famiglie italiane, che prestando un figlio alla Patria si devono sobbarcare costi non indifferenti (viaggi, telefono, svaghi ecc.), la leva si trasformasse in un investimento produttivo? Il progetto ha preso forma, proprio in questi giorni, in Toscana, dove la Regione e il Comando militare Centro hanno siglato un accordo che i vertici delle Forze Armate definiscono ?pilota?, cioé esportabile in altre zone del Paese.
A Firenze, dove i firmatari sono stati l?assessore alla Formazione Paolo Benesperi ed il generale Angelo Lunardo, il progetto ha preso il nome di ?Formileva?. Ne saranno coinvolti circa 240 soldati di varie unità di stanza in Toscana (Firenze, Pisa, Grosseto), con accesso preferenziale ai giovani con esperienze pregresse o provenienti da zone cosiddette ?a declino industriale?. Corsi di 600 ore annue, strutturati in 500 ore dedicate alle attività pratiche e 100 di lezioni teoriche.
I giovani con le stellette si formeranno sia in caserma che in laboratori esterni, con docenti militari ma anche civili, mentre le lezioni di teoria saranno realizzate dalla Province, cui è normalmente delegata tutta la formazione professionale.
Il modulo didattico teorico terminerà con una valutazione e l?assegnazione di un cosiddetto ?credito formativo?, viatico necessario per sostenere, alla fine del corso, l?esame di qualifica. ?Formileva? costerà complessivamente 720 milioni: le Forze Armate forniranno istruttori, attrezzature, materiali di consumo e coperture assicurative; gli enti pubblici, in questo caso le varie Province interessate, ci metteranno tutor, finanziamenti per la parte teorica e per la fase di valutazione. I corsi sotto la naja si presentano, né più né meno, come qualsiasi attività formativa civile: ad esempio, il soldato che studierà da elettricista installatore, avrà a che fare col disegno tecnico e i conduttori elettrici ed imparerà a leggere ed interpretare un impianto elettrico. Così come il commis di sala dovrà imparare a preparare cocktail, conoscere la merceologia degli alimenti e delle bevande ed apprendere le tecniche operative del servizio di sala. E dopo aver studiato l?arte della tavola, visto che fra i reparti interessanti ci sono anche reggimenti di parà, un paio di lanci dall?aereo.
«La nostra Regione è la prima ad avviare questa sperimentazione», spiega l?assessore Benesperi, «andremo avanti fino al 1999». ?Formileva? parte in Toscana con corsi per meccanico d?auto, idraulico, cameriere, falegname, cuoco. Entro pochi mesi si aggiungeranno specializzazioni quali muratore, elettricista, carrozziere, centralinista, operatore informatico, gommista, elettrauto, maniscalco.
Un tempo, smettendo la divisa, ci si portava a casa (oltre al solito paio di anfibi), al massimo una patente per guidare gli autocarri. Oggi, la naja promette di regalare un mestiere bello e buono.
Per informazioni: Formileva, presso Comando Regione Militare Tosco-Emiliana, via Cavour, 49, 50121 Firenze. Telefono n. 055/27961.

Siamo vigili o caporali?

Vigile urbano di leva nel Comune di residenza. Per tanti giovani (e tante famiglie) una prospettiva allettante. E? il famoso ?Servizio sostitutivo di leva? introdotto dall?ultima Finanziaria. Per l?Associazione Obiettori non-violenti però il trucco c?è, anche se non si vede.
«Può essere avviato a questo servizio», dicono gli obiettori, «chi al termine del periodo massimo previsto per la chiamata alle armi non sia stato incorporato». E qui viene il bello: «Trascorso questo termine», spiegano, «cioé 12 mesi, il cittadino ha il diritto in realtà di essere posto in congedo». In sostanza, si tratterebbe di persone che rinunciano ad essere congedate per fare i vigili urbani, ma con lo stipendio dei soldati di leva.
Insomma c?è il rischio di creare, per scarsa informazione, dei volontari del tutto ?involontari?. E, tra l?altro, la domanda di ?servizio sostitutivo? preclude la possibilità di svolgere il servizio civile. Siamo vigili o caporali?

Per informazioni:
Associazione Obiettori non-violenti
Via Scuri 1 – 24128 Bergamo
tel. 035-260073 fax 035-403220
e-mail aon@uninetcom.it
http://www.uninetcom.it/aon/

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