Volontariato
Terremoto. Legambiente censisce le opere d’arte danneggiate
350 opere d' arte (quadri, sculture ed arredi) in soli 9 dei 41 comuni danneggiati dal sisma recuperati dall'associazione. Tra questi anche il primo convento di Padre Pio
Il terremoto che ha colpito il Molise lo scorso 31 ottobre ha danneggiato anche monumenti, edifici storici ed opere d’arte. La squadra di volontari di Legambiente ha recuperato, catalogato e spostato in un deposito d’emergenza, ben 350 opere d’arte (quadri, sculture ed arredi) in soli 9 dei 41 comuni danneggiati dal sisma. Sono 61 gli edifici storici, tra chiese, conventi, palazzi, castelli e torri, dichiarati non agibili e 63 quelli danneggiati piu’ o meno gravemente. Tra questi anche il Convento dei Cappuccini dove Padre Pio prese gli ordini e trascorse i primi anni di vita monastica. ”Si tratta di un patrimonio inestimabile – spiega Simone Andreotti, responsabile protezione civile dell’ associazione – che ci impone di lavorare in tempi strettissimi, ma allo stesso tempo con estrema delicatezza visto il valore di molte di queste opere. Fortunatamente abbiamo ottenuto il supporto logistico degli Enti Parco e la stretta collaborazione con Soprintendenza e Vigili del Fuoco ci permette di rilevare i danni tempestivamente”. Gli edifici piu’ disastrati sono naturalmente le chiese: ne sono state contate 51 non agibili e 41 con danni meno gravi; 7 invece i palazzi, di cui 5 ancora agibili; 2 conventi e 1 edificio classificato di altro tipo. Danneggiati, ma agibili, 1 castello e 2 torri. Mentre i Comuni con i danni piu’ ingenti ai propri monumenti sono almeno 5: Santa Croce di Magliano, dove e’ crollato il campanile della chiesa di S. Giacomo; Montorio dei Frentani, dove la chiesa di Santa Maria Annunziata risulta lesionata gravemente; Larino, dove pare si siano letteralmente polverizzati gli affreschi settecenteschi della chiesa di S. Francesco, opera di Pietro Gamba e le crepe che gia’ interessavano il Palazzo Ducale si sono allargate di molto; a Gambatesa si sono rilevate notevoli crepe nella struttura del castello del XVI secolo; a Pesco Lanciano il cornicione del castello potrebbe cedere e rovinare sul paese.
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