Mondo

Fuorigioco sarà la guerra

Le squadre di Schumacher e Ramazzotti in campo per ridare speranza a migliaia di bambini kosovari.

di Carlotta Jesi

Cosa c?entrano Max Biaggi, Michael Scumacher, Jean Alesi, Eros Ramazzotti (nella foto), Biagio Antonacci e Gianni Morandi con la guerra del Kosovo? «L?ottava edizione della Partita del Cuore», annunceranno alle 20.50 del 24 maggio gli altoparlanti del Comunale di Firenze. «Scuole e centri ricreativi per i bambini dei campi profughi», dichiara a ?Vita? Eros Ramazzotti. Il capitano della Nazionale Cantanti che lunedì sfiderà quella dei Piloti per raccogliere fondi in favore dei rifugiati kosovari e, in attesa del fischio d?inizio, aggiunge soddisfatto: «Per l?ottava edizione della partita che ci ha reso famosi, abbiamo deciso di dedicarci ai bambini». Le vittime più fragili di questa guerra che nelle tendopoli rappresentano oltre il 60% della popolazione e hanno urgente bisogno di riprendere una vita normale. Con scuole, lezioni, momenti di gioco e sport che la Nic trasformerà in realtà insieme a quattro grandi organizzazioni da tempo impegnate in territorio albanese: Cesvi, Croce Rossa Italiana, Avsi e Fao. «Dopo aver dato ai profughi un riparo e del cibo bisogna insegnare loro a reagire», spiega il presidente della Croce Rossa Maria Pia Garavaglia. «Perché, passata la prima fase di un?emergenza come questa, l?assistenzialismo non basta più. Alle vittime delle bombe e della pulizia etnica, soprattutto le più giovani, dobbiamo ridare fiducia e soprattutto una mano a risollevarsi dalla disperazione con le loro forze». Obiettivi che la Croce Rossa intende raggiungere costruendo dei Centri di animazione in cui i ragazzi del campo profughi di Kavaje potranno andare a scuola e seguire corsi di ceramica, pittura e animazione teatrale. A tenere le lezioni, che si svolgeranno in tre grandi strutture prefabbricate, saranno operatori Cri ma anche maestri e professori che adesso vivono nelle tendopoli. Uomini e donne cui spetta il difficile compito di non far spegnere la fantasia e la creatività dei ragazzi. «Il cuore che nonostante tutto dentro ai bambini continua a battere», spiega Maurizio Carrara del Cesvi. L?organizzazione non governativa di Bergamo che con i fondi raccolti durante la partita del Cuore edificherà un centro educativo a Ballash, nella prefettura di Fier a Sud dell?Albania. «Principali beneficiari saranno i bambini», specifica Carrara, «perché sono loro che rischiano di più: quelli che verranno ospitati in altri Paesi europei di perdere per sempre la loro cultura, quelli che rimangono nei campi qualunque possibilità di pensare positivamente a costruirsi un futuro. Proprio per dare un segnale concreto, per far vedere ai ragazzi che il loro orizzonte non è fatto di sole tende, abbiamo deciso costruire il Centro con delle strutture prefabbricate. Facilmente trasportabili dall?Italia e, se come speriamo prima o poi la pace arriverà, trasferibili nei villaggi kosovari che non hanno più scuole». Garanti dell?effettiva realizzazione dei progetti saranno proprio i cantanti della Nazionale, che a inziative di solidarietà come queste non sono nuovi, ma che una tragedia come questa, così vicina alle spiagge italiane, proprio non se l?aspettavano. «Soprattutto dopo Sarajevo», spiega Ramazotti, «dove abbiamo giocato e credevamo di aver assistito all?ultima fase della tragedia balcanica. Ma ci sbagliavamo». Gli fa eco il compagno di squadra Paolo Belli, che sull?importanza della Partita del Cuore non ha dubbi: «Giocheremo con il sorriso ma non certo per minimizzare la tragedia. Costruire luoghi di ricreazione e scuole vuol dire portare nei campi maestri, bidelli, e soprattutto energia positiva. Insomma, la cultura e gli svaghi cui ogni uomo, italiano, serbo o kosovaro, ha diritto».


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