Formazione

Afghanistan: la situazione umanitaria ad oggi

Il report quotidiano dell'Unhcr

di Redazione

Aumentano i rimpatri in Afghanistan Nell’ultima settimana oltre 17.500 persone sono rimpatriate spontaneamente in varie aree dell’Afghanistan, a testimonianza del fatto che in alcune regioni si sta ritornando a condizioni di stabilità e normalità. Questa settimana, oltre 7.600 persone hanno fatto ritorno dall’Iran, cifra record per il 2001, altri 7mila afghani sono rientrati attraverso la frontiera di Chaman dalla provincia pakistana del Balochistan e 3.500 sarebbero rimpatriati dal Pakistan verso Kabul e Jalalabad attraverso il Passo Khyber. E’ ancora presto per dire se i rimpatri proseguiranno su questi livelli. Molti di questi afghani potrebbero essere rientrati per le festività dell’Eid e, con la fine del Ramadan, altri afghani potrebbero presto cominciare a rimpatriare. In ogni caso oltre 17.500 rimpatri in una settimana sono un segnale positivo e dimostrano la fiducia degli afghani per i recenti sviluppi della situazione nel paese. L’UNHCR comunque invita gli afghani a non precipitarsi, e le autorità dei paesi limitrofi a non affrettare il loro rimpatrio. Le condizioni di sicurezza in molte aree dell’Afghanistan restano precarie e il paese – devastato dalla guerra e dalla siccità – necessita di un enorme quantità di aiuti umanitari e di assistenza per la ricostruzione, prima di poter sostenere un ritorno su larga scala. Rifugiati continuano a entrare in Pakistan Rifugiati afghani continuano a entrare in Pakistan e l’UNHCR continua ad esortare i paesi limitrofi di ammettere chiunque sia in cerca di un rifugio. Lo staff UNHCR al posto di frontiera di Chaman, nella provincia pakistana del Balochistan, ogni giorno registra in media l’arrivo di oltre 200 afghani al centro di permanenza temporanea di Killi Faizo. Complessivamente si stima che dall11 settembre circa 200mila afghani siano entrati in Pakistan, la maggior parte dei quali alloggiati presso parenti e amici in città come Quetta e Peshawar, dove si trova la gran parte dei 2 milioni di rifugiati afghani entrati nel paese prima della recente crisi. Sono circa 35mila i rifugiati afghani assistiti in 6 campi dell’UNHCR, soprattutto a ridosso del posto di frontiera di Chaman. Poiché il campo di Roghani ha raggiunto la capienza massima, l’UNHCR ha allestito 200 tende in un settimo campo, a Landi Karez, dove si stanno compiendo i lavori di installazione dei sistemi idrici e igienico-sanitari. Circa 4.500 afghani in condizioni più gravi attualmente ospitati a Killi Faizo dovrebbero cominciare a essere trasferiti nel nuovo campo di Landi Karez, dopo le festività dell’Eid. Gli afghani che vivono in aree urbane come Quetta e Peshawar continuano a richiedere di essere trasferiti nei campi, dove possono ricevere assistenza umanitaria. Dall’inizio delle operazioni di trasferimento a Quetta, circa tre settimane fa, l’UNHCR ha trasferito circa 4mila afghani al campo di Mohammed Khele, dove l’agenzia conta di trasferire 20mila persone per la fine dell’anno. Lo staff UNHCR a Quetta ha oggi registrato l’arrivo di 4 camion che hanno trasportato 25mila materassi donati dal governo giapponese ed è in attesa di un volo umanitario che trasporta 40mila coperte donate dal governo austriaco. Questi aiuti potranno essere ulteriormente trasferiti in Afgahnistan o distribuiti tra i molti rifugiati del Balochistan. Avviata una nuova distribuzione a Kabul Oggi a Kabul l’UNHCR ha distribuito a 1.600 persone parte degli aiuti trasportati ieri a Bagram von un volo umanitario donato dal governo italiano. Dopo la fine delle festività dell’Eid, a metà della prossima settimana, l’UNHCR avvierà la distribuzione dei kit di emergenza per l’inverno a circa 50mila persone a Kabul e in 3 provincie limitrofe. Nuove attività in Afghanistan settentrionale e occidentale In Afghanistan occidentale, l’UNHCR attualmente dispone di 4 operatori internazionali e 12 locali a Mazar-i-Sharif, mentre altro personale si trova in Uzbekistan in attesa di poter rientrare all’inizio della prossima settimana. Le attività dell’UNHCR a Mazar-i-Sharif restano ancora limitate a causa dell’indisponibilità dell’ufficio nella città, dopo che l’ufficio UNHCR era stato saccheggiato a seguito del ritiro del personale, dopo l’11 settembre. Attualmente lo staff opera dai locali del Programma Alimentare Mondiale (PAM-WFP). Lo staff a Mazar riferisce che mercoledì e giovedì si sono registrati scontri a Maymana, nella provincia di Faryab, e a Pul-i-Khumri, nella provincia di Baghlan, ma gli operatori locali dell’UNHCR rientrati ieri da quest’ultima località riferiscono che la situazione adesso è calma. Le notizie di combattimenti e di precarie condizioni di sicurezza testimoniano che l’instabilità ancora prevale in molte zone dell’Afghanistan. Da Mazar-i-Sharif, l’UNHCR – in collaborazione con le organizzazioni non governative (Ong) francesi ACTED e Solidarité – sta distribuendo aiuti – tra i quali tende, coperte, taniche, secchi e teli di plastica – a 1.000 persone nella provincia di Balkh. Nella provincia di Baghlan l’UNHCR fornirà inizialmente a circa 2.500 sfollati afghani aiuti, tra i quali coperte, stufe per cucinare, secchi, taniche, rteli di plastica, sapone e set da cucina. A Herat, lo staff dell’UNHCR riferisce che in città la situazione è stabile, anche se sono presenti molti uomini armati. Con base a Herat l’UNHCR ha in programma di assistere gli sfollati afghani che vivono nelle provincie di Badgis e Ghor, e in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM-IOM) sarà avviata la registrazione nell’affollato campo di Maslakh che ospita circa 200mila sfollati. Sono 5 gli accampamenti che ospitano sfollati nei dintorni di Herat. Nei prossimi giorni, le Nazioni Unite hanno in programma di compiere valutazioni sulle condizioni di sicurezza nelle città di Jalalabad, in Afghanistan orientale, e di Kandahar, in Afghanistan meridionale che solo di recente è passata sotto il controllo delle forze di opposizione ai talebani. In caso di valutazione positiva, l’UNHCR è pronto a riaprire i suoi uffici in entrambe le città.


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