Volontariato

Afghanistan: la situazione umanitaria ad oggi

Il report quotidiano dell'UNHC

di Redazione

Aiuti umanitari dall’Uzbekistan all’Afghanistan del nord
Il primo trasporto di aiuti umanitari da Termez in Uzbekistan all’Afghanistan è arrivato oggi a Hairaton, nel nord dell’Afghanistan. Un barcone con 2mila coperte e teli di plastica forniti dall’UNHCR, con vestiti invernali e taniche (dall’UNICEF) e farina (dal WFP) ha attraversato il fiume Amudar’ya, seguito più tardi da altri due barconi che trasportavano cibo fornito dal Programma Alimentare Mondiale (WFP). Gli aiuti saranno distribuiti agli sfollati all’interno dell’Afghanistan.
Un operatore dell’UNHCR si è recato a Hairaton dal lato afghano del fiume, dove ha incontrato i colleghi afghani dell’ufficio UNHCR di Mazar-i-Sharif, i quali gli hanno riferito che la situazione nella città è generalmente calma, sebbene nelle aree circostanti vi sarebbero aree più insicure. L’ufficio dell’UNHCR in precedenza aveva subito un pesante saccheggio. (Anche a Kabul, la folla aveva saccheggiato un deposito dell’UNHCR, portando via 1.400 tende e una quantità di coperte imbottite destinate agli sfollati e ai rifugiati rimpatriati).
Ad Hairaton, l’operatore dell’UNHCR ha inoltre incontrato un rappresentante dell’Alleanza del Nord per discutere la fornitura di assistenza umanitaria nella regione.

L’UNHCR si prepara a riprendere le operazioni in Afghanistan
In attesa dell’autorizzazione da parte delle Nazioni Unite, l’UNHCR si sta rapidamente preparando a riprendere le operazioni all’interno dell’Afghanistan. Oltre al personale afghano, l’Alto Commissariato ha in programma di dispiegare esperti in emergenze e di riaprire gli uffici nelle località ritenute sicure. Inoltre sarà al più presto avviato un programma per assistere circa 100mila sfollati e rifugiati rimpatriati in Afghanistan. L’UNHCR incrementerà le scorte nelle località di frontiera più importanti, posizionerà gli aiuti e al tempo stesso continuerà a predisporre l’assistenza negli altri paesi della regione per far fronte a un eventuale flusso di rifugiati dall’Afghanistan.

Più calma la situazione al campo di Makaki in Afghanistan
Questa mattina gli operatori umanitari hanno registrato un leggero miglioramento della situazione al campo di Makaki, che ospita sfollati afghani e che si trova in Afghanistan vicino alla frontiera con l’Iran. Il Campo, allestito recentemente dalle autorità iraniane, ieri è stato teatro di uno scontro tra le forze talebane e le truppe dell’Alleanza del nord che tentavano di acquisire il controllo dell’area.
Secondo il personale delle Organizzazioni non governative (Ong) che questa mattina ha brevemente visitato il campo, il sito sarebbe sotto il controllo dell’Alleanza del nord.
Il personale umanitario entrato oggi nel campo ha inoltre riferito di essere stato avvertito di non trattenersi, per motivi di sicurezza. Per il secondo giorno quindi il campo – che ospita 6mila sfollati – si è trovato senza operatori umanitari. Secondo il personale delle Ong, la situazione oggi è apparsa più calma di ieri, ma comunque molto tesa.
Secondo gli osservatori alla frontiera, le autorità iraniane questa mattina avrebbero inviato tre camion al campo per iniziare il trasferimento di alcuni sfollati – tra i circa 3mila che vivono accampati in alloggi di fortuna ai margini di Makaki – al Miglio 46, un altro campo che ospita sfollati, 50 km più a sud.

Pronto un convoglio per Herat
Oggi l’ufficio dell’UNHCR nella città di Herat, in Afghanistan occidentale, è stato riaperto da personale locale. La situazione nella città sarebbe calma e nelle strade sarebbero state viste solo poche persone armate.
Sempre oggi, oltre la frontiera, in Iran, 10mila coperte e 2mila teli di plastica provenienti dalle scorte dell’UNHCR nella città iraniana di Mashad sono stati caricati su un convoglio – organizzato congiuntamente dall’Alto Commissariato e dall’Associazione della Mezzaluna Rossa Iraniana – che domani dovrebbe recarsi a Herat. Sono oltre 200mila gli sfollati nell’area di Herat. Gli aiuti saranno poi distribuiti dal personale locale dell’UNHCR.
Il personale UNHCR a Dogharun, il principale posto di frontiera dell’Iran nord-orientale, ha riferito che la frontiera afghana è stata chiusa al traffico commerciale per l’assenza di funzionari di frontiera afghani. Questa mattina quindi oltre 220 camion commerciali sono rimasti bloccati alla frontiera in attesa che venisse riaperta.
Le autorità talebane, che in precedenza gestivano le formalità di frontiera nella città di Islam Qala hanno lasciato il confine nel pomeriggio di lunedì, alla notizia della caduta di Herat. Da quel momento nessun camion commerciale è potuto entrare in Afghanistan.

Netta diminuzione del numero dei rimpatri dall’Iran
Ieri è stata registrata una significativa diminuzione del numero di afghani rimpatriati attraverso Dogharun: 376, rispetto alla media giornaliera di oltre 800 delle scorse settimane. Secondo il personale UNHCR molti afghani ora preferiscono aspettare di conoscere gli sviluppi della situazione all’interno dell’Afghanistan. Secondo alcuni rimpatriati inoltre il numero dei rimpatri sarebbe diminuito perché i rifugiati afghani in Iran non sarebbero più preoccupati per la sicurezza delle loro famiglie in Afghanistan e preferirebbero restare in Iran, dove hanno un lavoro.

Riprendono i trasferimenti da Killi Faizo, in Pakistan
In Pakistan, l’UNHCR ha oggi riavviato le operazioni di trasferimento dei rifugiati afghani dal centro di permanenza temporanea di Killi Faizo, presso il posto di frontiera di Chaman, al campo di Roghani, che si trova in una zona più interna. Le operazioni erano state sospese per un giorno, ieri, a causa dell’opposizione delle autorità al ritmo delle operazioni.
Nei prossimi giorni, gli operatori umanitari hanno in programma di trasferire a Roghani tutti i rifugiati che si trovano a Killi Faizo. Quest’ultimo sito verrà comunque mantenuto per accogliere temporaneamente i nuovi arrivati dall’Afghanistan, prima di poterli trasferire a Roghani e in altri campi della provincia del Baluchistan.
Oggi in totale 484 persone si sono trasferite da Killi Faizo a Roghani su tre convogli. Il numero di rifugiati afghani a Roghani – campo che può ospitare fino a 40mila persone – è così salito a oltre 1.100 persone.
Ieri per la quarta notte, circa 800 afghani – 150 famiglie – sono rimasti in attesa fuori del campo di Killi Faizo, senza poter ricevere assistenza. Le autorità pakistane per giorni hanno rifiutato di ammetterli al campo per essere pre-registrati.
Questa mattina l’UNHCR ha ricevuto l’autorizzazione ad accogliere il gruppo e lo staff li ha immediatamente inseriti nella lista di coloro che verranno trasferiti a Roghani. La maggior parte di questi è arrivata negli ultimi quattro giorni dalle provincie afghane di Kandahar, Mazar-i-Sharif, Herat, Helmand e Badghis.
Includendo questo gruppo di afghani, il numero di rifugiati afghani pre-registrati a Killi Faizo è attualmente di circa 3.800 persone.
Circa 800 afghani – provenienti soprattutto da Kandahar, Boldag, Khakaiz e Herat – sono entrati ieri in Pakistan. Hanno detto di volersi dirigere a Chaman, Quetta e Pishin. Circa il 95 per cento degli afghani entrati in Pakistan sarebbe di etnia Pashtun e sarebbe entrato attraverso il posto di frontiera di Chaman.

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