Salute pubblica
Cagliari, i bambini di Oncoematologia vincono la loro battaglia
Il reparto del Microcitemico ritorna alla gestione originaria dell'ospedale Brotzu, che mette a disposizione tutti gli specialisti necessari, a cominciare dagli anestesisti. Lo ha deciso ieri il Consiglio regionale della Sardegna
Ci sono voluti tre anni e tante proteste, ma alla fine è stata trovata una soluzione tampone. Il reparto di Oncoematologia pediatrica e il Centro trapianti midollo osseo del Microcitemico di Cagliari ritornano tra le competenze dell’ospedale Brotzu. Lo ha deciso ieri sera il Consiglio regionale della Sardegna, accogliendo un emendamento che ha tenuto conto dell’ennesima protesta delle associazioni, dei sindacati e soprattutto delle famiglie.
Lunedì scorso, alla sede del Csv Sardegna di Cagliari, si erano dati appuntamento in tanti: genitori di bambini malati ma anche medici, operatori sanitari e i rappresentanti dell’Associazione sarda genitori di oncoematologia pediatrica – Asgop, Cittadinanzattiva, Rete Tribunale per i diritti del malato, Comitato per la difesa della sanità pubblica Sardegna, il sindacato degli anestesisti Aaroi-Emac e l’Usb. All’incontro hanno partecipato alcuni consiglieri regionali e l’ex assessore della Sanità Mario Nieddu che, contrariamente al suo successore Carlo Doria, ha voluto metterci la faccia sino in fondo e ha affrontato i presenti, spiegando i perché di una riforma sanitaria che tanto ha fatto e sta facendo ancora discutere. Al punto che sta creando parecchi mal di pancia all’interno della stessa maggioranza che sostiene il presidente Christian Solinas.
«Quella di scorporare il Microcitemico dal Brotzu era stata una scelta scellerata dettata da cinismo politico, alla base di tutti i disservizi esplosi in questi mesi», ha detto ieri in Aula il consigliere Michele Cossa dei Riformatori, che pure appoggia Solinas.
L’emendamento, approvato con l’astensione delle opposizioni che hanno voluto mettere il centrodestra di fronte alle proprie responsabilità, ha l’obiettivo di garantire la funzionalità della rete pediatrica, con particolare riferimento all’assistenza da prestarsi con urgenza. Per esempio, quando è richiesto l’intervento di un anestesista pediatrico per alcuni interventi delicati. Tra trenta giorni occorrerà una delibera della Giunta regionale per definire tempi e modalità dell’intervento, previo parere della commissione Sanità e dopo aver ascoltato gli operatori interessati.
In verità non esisteva una posizione unanime, in merito alla vicenda. C’era anche chi auspicava un accorpamento di tutto il Microcitemico al Brotzu, per ovviare a una serie di disservizi cui la Asl di Cagliari non riesce in alcun modo a far fronte. «Noi non ci siamo mai battuti in questa direzione, per il semplice motivo che non compete a noi suggerire scelte di questa portata, bensì alla politica», spiega Francesca Ziccheddu, presidente dell’Asgop e portavoce del gruppo di associazioni che lottano da tre anni per difendere i diritti dei bambini malati. «Noi abbiamo chiesto di trovare una soluzione almeno al problema più urgente, consapevoli che in questo ultimo scorcio di legislatura regionale è praticamente impossibile auspicare una nuova riforma sanitaria, seppure parziale e ristretta alla creazione di un autentico polo pediatrico regionale in cui siano presenti tutte le figure professionali e garantiti tutti i servizi primari che spettano a una struttura di quel livello. Prendiamo atto con soddisfazione di questo intervento, che viene incontro soprattutto alle esigenze vitali di bambini e genitori».
«Questo correttivo rappresenta il primo passo per condividere un percorso per far sì che in Sardegna nasca un polo pediatrico completo a trecentosessanta gradi», ha detto ieri l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria. Ma il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, è stato tagliente in aula rivolgendosi proprio all’esponente della Giunta Solinas: «Dopo due anni di denunce pubbliche e richieste pacate, siete finalmente riusciti a trovare sintesi per intervenire su un problema oggettivo che riguarda i pazienti più sfortunati e più piccoli della Sardegna. Spero che mettiate in sicurezza chi oggi non lo è».
E mentre in Sardegna si continua a ipotizzare la costruzione di mega ospedali in varie località dell’Isola, un sondaggio a cura dello Iares Acli in collaborazione con Swg mostra la crescente sfiducia dei cittadini sardi nei confronti della sanità regionale: il 61% degli intervistati mostra il pollice verso, contro la media nazionale del 52%. Un chiaro segnale dei tempi, che dovrebbe suggerire non solo alla Giunta ma più in generale a chi fa politica nell’Isola di concentrarsi sui correttivi necessari per rimettere in piedi un sistema che ormai è al collasso. Senza pensare ai proclami elettorali.
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