Ambiente

Se le comunità energetiche producono relazioni e non solo energia

Uno dei temi principali del percorso di Formazione quadri terzo settore - Fqts riguarda le questioni ambientali che «non possono e non devono mai essere slegate da quelle sociali, anzi, devono diventare aggregatore di comunità», spiega Michele Buonomo del direttivo nazionale di Legambiente che ha tenuto i corsi di formazione

di Anna Spena

Formazione Quadri Terzo Settore – Fqts è un progetto di formazione per i dirigenti delle organizzazioni del Terzo settore meridionali promosso da Forum Terzo Settore e Centro servizi per il volontariato, realizzato con il sostegno della Fondazione Con il Sud. Dalle questioni di genere ai percorsi verso la cittadinanza globale passando necessariamente dalle questioni ambientali che non possono più essere lasciate indietro.  Nello specifico la linea formativa “Questioni ambientali – l’importanza della partecipazione delle comunità” è quello di offrire strumenti per favorire la costruzione di processi virtuosi di empowerment dei territori che abbiano come spinta generativa la declinazione locale di tematiche socio-ambientali. Cosa succede quando se le comunità energetiche producono relazioni e non solo energia?

Questioni ambientali – l’importanza della partecipazione delle comunità

«Dobbiamo ripartire dalle comunità», spiega Michele Buonomo, per 18 anni presidente di Legambiente Campania e oggi componente del direttivo nazionale dell’associazione. Buonomo ha tenuto i corsi sulle questioni ambientali. «E per farlo», continua, «dobbiamo comprendere che l’aspetto ambientale non può e non deve mai essere slegato da quello sociale. In Campania come in Puglia, e ancora in Basilicata, in Calabria, e nelle isole, il nostro approccio ai corsi e al lavoro di formazione è partito da questo assunto: le comunità sono i punti di forza, in grado di mobilitare diversi attori nella realizzazione di progetti comuni per migliorare le condizioni di vita e perseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile».

Il cambiamento climatico

Abbiamo davanti a noi le conseguenze devastati del cambiamento climatico: gli uragani nel Nord Italia e il Sud che brucia. «A soffrirne», spiega Buonomo, «sono sempre le fasce più vulnerabili della popolazione». Per l’edizione 2023 di fqts Buonomo ha tenuto diversi incontri di formazione nelle varie regioni: «Dalle grandi città ai piccoli comuni», spiega. «Realtà diverse hanno bisogni diversi, quindi il primo passo è stato quello di intercettare i bisogni diversi in base al territorio e dalla comprensione di quei bisogni costruire insieme alle realtà coinvolte delle possibili risposte concrete che vanno a beneficio di tutta la collettività». Ma qual è stato il principale bisogno emerso? «Il bisogno fondamentale è quello di fare comunità. Il Terzo settore svolge un ruolo fondamentale, che si tratti di realtà di volontariato, associazioni con una presenza decennale sul territorio o cooperative. Con tutte le realtà incontrate siamo partiti da una domanda: “Come nascono le comunità energetiche?”. Comunità che rappresentano il modello verso cui dobbiamo tendere. Soprattutto nei territori più piccoli diventano dei veri aggregatori di di risorse umane e magari anche economiche. Attorno alle comunità energetiche si  può costruire un percorso di riappropriazione».

Le comunità energetiche producono relazioni

«Le comunità energetiche», continua Buonomo, «non  producono solo energia ma sono comunità che creano relazioni giuste. Una comunità energetica può diventare il presupposto per la creazione di un forno sociale. Può diventare l’antefatto per la creazione e l’alimentazione di piccole barche su un territorio marino. Ora siamo in attesa di un decreto che assegna risorse per 2,2 miliardi di euro per la creazione di comunità energetiche. Se questi fondi verranno sbloccati le comunità potranno diventare centinaia e centinaia, e le realtà del Terzo settore devono farsi trovare pronte». Per questa ragione durante i corsi le realtà del Terzo settore sono state formate per intraprendere l’iter di costruzione di una comunità energetica: «Il primo passaggio», spiega Buonomo, «è il dialogo con l’amministrazione comunale. Sono una presenza imprescindibile anche per la  promuovere il progetto. Poi è importante fare rete tra le realtà del territorio e coinvolgere anche le scuole. Le comunità energetiche sono anche soggetti giuridici con un consiglio di soci, sia privati che pubblici. La fase di startup è importante e necessità di accompagnamento, e infatti nei corsi abbiamo spiegato: come individuare i partner, spiegare come funziona la normativa, come si costruisce lo strumento giuridico che poi dovrà essere utilizzato dalla comunità. Questa è la prima fase.Poi c’è il passaggio fondamentale: la trasformazione della comunità energetica in comunità tout court».


Scegli la rivista
dell’innovazione sociale



Sostieni VITA e aiuta a
supportare la nostra missione


Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.