Mondo

Iraq: Frattini, deve essere l’Onu a decidere

A ribadirlo e' stato il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un Forum con il ''Sole 24 ore''

di Paolo Manzo

”La pace stabile e’ quella che consegue esclusivamente dal disarmo effettivo e totale e dal rispetto della legalita’ internazionale. Dobbiamo fare di piu’, comunicare bene, insomma dobbiamo riuscire a spiegare meglio questo concetto ai cittadini”. A ribadirlo e’ stato il ministro degli Esteri Franco Frattini, in un Forum con il ”Sole 24 ore”, durante il quale ha confermato che ”la via maestra” da seguire si basa su tre punti chiave: ”L’Onu e’ credibile, l’Onu deve decidere, deve essere l’Onu a prendere la soluzione”. Dopo aver sostenuto che ”la politica estera italiana non puo’ essere definita una politica di mediazione, preferisco parlare di ‘azione politica”’, Frattini ha rivendicato che ”l’Italia e’ coinvolta a pieno titolo nella ricerca di una soluzione alla crisi dell’Iraq, pur non avendo, a differenza degli altri grandi, un seggio in Consiglio di Sicurezza”. Quanto alla presenza di piloti italiani sugli aerei Awacs, il ministro degli Esteri ha affermato: ”E’ un impegno Nato e non possiamo disattenderlo. Il Consiglio di pianificazione della Nato ha deciso, con il voto della Germania, e noi dobbiamo fare la nostra parte. Diverso e’ l’intervento del Governo italiano. Abbiamo preso l’impegno che, in caso di risoluzione delle Nazioni Unite, sottoporremo al Parlamento una decisione, l’eventuale impegno militare italiano. Se invece non ci sara’ la decisione Onu, si potra’ offrire solo un supporto politico e servira’ comunque il passaggio parlamentare”. Alla domanda se il 5 marzo digiunera’, accogliendo l’appello del Papa, Frattini ha risposto che ”da cattolico posso digiunare, ma siccome so che se ve lo dicessi qualcuno lo strumentalizzerebbe, non ve lo dico”. Infine, il ministro ha illustrato le linee di azione del semestre italiano di presidenza dell’Ue: le riforme istituzionali per arrivare, tra l’altro, alle decisioni a maggioranza, il rilancio della collaborazione con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, la stabilizzazione democratica e di sicurezza dei Balcani, infine il rilancio della competitivita’ sulla base delle linee indicate al vertice di Lisbona.


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