Non profit
Brucia la Sicilia, ma il Terzo settore non arretra
È grazie alla sinergia tra pubblico e privato che gli incendi scoppiati in questi giorni in Sicilia non si sono trasformati in veri e propri drammi umani. Dal potenziamento delle ronde della Croce Rossa all’aiuto per pagare le bollette della Caritas diocesana, sino all’ospitalità negli alberghi da parte del Comune di Palermo
Arde la Sicilia, bruciano le borgate e i quartieri limitrofi non solo alle montagne ma anche al mare alla città di Palermo, costringendo gran parte dei cittadini a lasciare le loro abitazioni nel cuore della notte per sfuggire alla morsa del fuoco. I più fortunati hanno chiuso le porte, preso con sé gli animali e trovato riparo in casa di parenti e amici, qualcuno la casa l’ha dovuta salutare per sempre in quanto raggiunta e divorata dalle fiamme. Nubi nere e tossiche provenienti dalla discarica di Bellolampo dominano il capoluogo siciliano dove sono andati in fumo, considerata la provincia, 1500 ettari di macchia mediterranea. Ferite che non si potranno rimarginare se consideriamo anche la distruzione di tesori inestimabili del patrimonio storico e artistico della città di Palermo come la Chiesa di San Maria di Gesù, più di 600 anni di storia, culla del francescanesimo in Sicilia, divorati dalle fiamme.
C’è, però, un’altra frangia di popolazione la cui casa è da tempo immemore la strada, scelta per inevitabile conseguenza di una vita che non è corsa lungo i normali binari e riconfermata anche dopo avere vissuto l’esperienza dei poli di accoglienza nei quali si deve comunque sottostare a delle regole di convivenza comune. A loro, in questi giorni, fortunatamente stanno prestando particolare attenzione le realtà del territorio.
«Abbiamo prima di tutto potenziato l’unità di strada» – dice Fabio D’Agostino, direttore della Croce Rossa di Palermo – «presidiando la Stazione Centrale, dove i senza fissa dimora sostano maggiormente, con un servizio che va dalle 10.30 alle 17. Poi ovviamente c’è la ronda serale e notturna che, dalle 19 alle 23, gira tutta la città verificando le differenti situazioni. Al momento c’è una cinquantina di persone che ha preferito la vita di strada a quella in una comunità. Gli incendi hanno creato una situazione di allarme, ma fortunatamente non così drammatiche come si poteva pensare. Dalla Prefettura, invece, ci arrivano richieste di aiuto per famiglie che devono lasciare le loro case. Poco fa ne abbiamo ricevuta una da parte di due persone che hanno bisogno di un alloggio e di rifocillarsi in attesa di capire cosa fare. Per questo aspetto c’è il Comune di Palermo che ha messo a disposizione delle stanze di alcuni hotel per i nuclei familiari sfollati».
Un lavoro che vede impegnati con grande energia enti del terzo settore e istituzioni.
«Abbiamo risposto alla richiesta di aiuto da parte di circa un migliaio di persone che ha avuto problemi con le proprie abitazioni ».– afferma Margherita Di Lorenzo Del Casale, responsabile dell’Ufficio protezione civile del Comune di Palermo –«accogliendole in due strutture alberghiere, il San Paolo e l’hotel Cortese. Lunedì sera abbiamo garantito ospitalità a una ventina di famiglie con adulti, bambini e animali che non avevano neanche parenti a cui appoggiarsi. Abbiamo anche attivato un numero dedicato (091.6733432) operativo 24 ore su 24 per qualunque tipo di esigenza. Ora i disservizi maggiori sono quelli legati alla mancanza di energia elettrica, ma possiamo solo sollecitare l’Enel perché non dipende da noi. Dobbiamo dire grazie alle associazioni di Protezione Civile, come sempre preparate e professionali, senza le quale sarebbe impossibile fare qualunque intervento».
Un’emergenza che, anche se le temperature sembrano scendere, non è assolutamente finita.
«Non dico che non siamo preoccupati »– aggiunge don Sergio Ciresi, vicedirettore della Caritas di Palermo – «ma abbiamo tutto sotto controllo. Una delle cose che abbiamo chiesto immediatamente al Comune è stata la rimodulazione degli orari di ingresso e uscita degli ospiti dai Poli diurni e notturni per l’accoglienza di soggetti fragili in povertà socio-sanitaria, da dove dovrebbero uscire alle 7 del mattino. Sino a quando si sarà l’emergenza potranno rimanere dentro per godere del fresco della struttura. Altre richieste di aiuto riguardano le bollette che paghiamo a chi non ha le possibilità. Anche prima dello scoppio degli incendi, quindi maggiormente ora, il consumo era aumentato a causa dei ventilatori o condizionatori accessi per più ore al giorno. Siamo comunque pronti ad affrontare l’emergenza».
E se c’è chi pensa ad aiuti concreti per superare il fuoco di questi giorni, altri credono che sia lo spirito a divere essere curato. E’, infatti, la preghiera che punta a fortificare gli oltre seicento ospiti della Missione di Speranza e Carità che, dopo la scomparsa di Biagio Conte, è guidata da Don Pino Vitrano. Da sempre schivo e riservano, anche lui preferisce le azioni ai proclami.
«Per noi è la preghiera a darci la forza di andare avanti. Anche in situazioni del genere”, dice con un filo di voce, e torna ad occuparsi di chi ha sempre trovato in loro un punto di riferimento, un riparo da un altro genere di fuoco, quello che arde nell’animo di chi ha dovuto abbandonare la sua casa per ritrovare la libertà e placare la sete di giustizia».
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