Domenico Gambino ha 35 anni, è nato a Palermo, impegnato in politica e ha un passato nel mondo della ristorazione. Ha un filo di voce e quella che esce è anche ruvida. Roca si direbbe. Difficile che non sia così. Domenico ha respirato fumo per più di 48 ore, ha inseguito fiamme, si è inerpicato sulle montagne, ha bussato alle porte, ha urlato, si è fatto sentire con gli altri della squadra dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze – Anpas. Ora che la situazione sembra sotto controllo può permettersi di fermarsi. E magari concedersi di raccontare la tre giorni di fuoco e fiamme che ha sconvolto la sua Sicilia.
È stata una corsa contro il tempo. Un’emergenza così non l’ho mai vista. C’erano le fiamme che ci inseguivano
Domenico Gambino – Volontario Anpas
Ore durissime
«Sono state ore dure. Adesso – dice – è il momento di contare i danni». Turni di 12 ore? «Siamo arrivati anche a 24, dipende di quali squadre parliamo». Domenico e il suo gruppo sono stati attivati il 24 luglio dal Centro Operativo Comunale di Palermo e mandati alle 4.30 tra Pizzo Sella e Mondello. «Abbiamo avviato subito una sorta di censimento delle persone e delle abitazioni – ricorda – per cercare di capire chi avesse disponibilità di un altro tetto».
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Le case di Mondello (Pizzo Sella)
Il vento forte non lasciava scampo. Si doveva evacuare. «Su Pizzo Sella le fiamme hanno scavalcato la montagna e lì minuto dopo minuto si prendevano un’abitazione dopo l’altra». A quel punto con i carabinieri e vigli del Fuoco Domenico e gli altri hanno preso a bussaro casa per casa. «Svegliavamo le persone e le portavamo fuori, animali compresi». Certo, si rammarica, «non siamo riusciti a salvarli tutti».
Con le fiamme che corrono, saltano tutti i calcoli. Dovevamo affidarci all’istinto
Domenico Gambino – Volontario Anpas
Anche Alessandro Russo ha 35 anni e come Domenico è stato buttato giù dal letto nelle prime ore del 24 luglio. Operativo nel settore della sicurezza, è un volontario Anpas del distaccamento di Misterbianco (provincia di Catania), la sua città natale. «È stato un impegno costante, non abbiamo avuto tempo di riposare bene», dice a proposito del suo impegno nel catanese. «Stanotte siamo tornati a 3 e siamo di nuovo operativi. Ne abbiamo viste di tutti i colori e non abbiamo tenuto conto che fosse, mattina, giorno o notte».
Santa Tecla
Poi si lascia andare e confessa che «l’incendio di martedì a Valverde e San Nicola. Tanti sfollati e tante case andate a fuoco e distrutte. Scene raccapriccianti». L’ultima chiamata? All’1.30 di mercoledì Alessandro e alla sua squadra sono stati richiesti a supporto nella zona di Santa Tecla (una frazione di Acireale). «Il turno era iniziato alle 9 di mattina. Siamo rientrati alle 3.15)», precisa.
Anpas in campo
Domenico e Alessandro sono le voci dei volontari che Anpas e in particolare Anpas Sicilia ha messo in campo a supporto delle autorità impegnate negli incendi in Sicilia e a supporto delle popolazioni colpite.
A Palermo. Dalle 2 del mattino, spiegano dall’associazione, squadre di volontari di protezione Civile sono state in supporto alle autorità locali con 10 volontari per lo spegnimento, 3 mezzi antincendio, 10 volontari per supporto logistico ed evacuazione in particolare a Monreale, Castel di Iudica, Cinisi, Mondello e alla Riserva di Capo Gallo.
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Catania. Le pubbliche assistenze catanesi dell’Anpas, con 3 squadre e 9 volontari, con mezzi antincendio, sono state in supporto per lo spegnimento degli incendi propagati a Milo, Misterbianco e Santa Venerina.
Siracusa. Anche la provincia aretusea è stata gravemente colpita dagli incendi. I volontari e le volontarie Anpas dalle 9 del 26 luglio sono impegnati a Siracusa, Cassibile, Avola e Melilli. In supporto a vigili del fuoco e polizia municipale hanno provveduto a evacuare una scuola e delle abitazioni lambite dalle fiamme.
Messina. Due squadre con 8 volontari dell’Anpas, un mezzo antincendio e una cisterna sono stati attivate nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto.
Enna. Intervento di 8 volontari con mezzi antincendio all’interno di due aziende agricole sulla strada statale 121.
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Francesco della Protezione Civile
Da Palermo a Catania, e da Catania ad Agrigento, dove vive Francesco Guasto, 58 anni, manager per lavoro, volontario della Protezione Civile di Sambuca di Sicilia, attivo dal 1983. La sua mobilitazione è cominciata nella notte tra domenica e lunedì, alle 2, minuto più minuto meno. «Dalla sala operativa – racconta – ci hanno chiesto di intervenire a Palermo». Data la disponibilità, «il tempo di vestirci», ed erano già in strada.
A difesa della centrale elettrica
Francesco e la sua squadra appena sul posto hanno dato supporto alle squadre dei vigili del Fuoco impegnate a difesa della centrale elettrica. «Quella nuova. Il fuoco era sotto il costone. C’erano anche un paio di aziende agricole in pericolo e abbiamo scongiurato il peggio». La notte di Francesco è proseguita ad Altofonte. «Le case sono a strapiombo e circondate da una fitta vegetazione. In un paio di casi, ovviamente con le forze dell’ordine, siamo stati costretti a entrare nelle abitazioni».
Porterò sempre con me le grida di dolore e il panico della gente nelle case. Ma noi siamo anche un po’ psicologi
Francesco Guasto – volontario della Protezione Civile di Sambuca di Sicilia
La stanchezza e l’amarezza
La giornata della squadra di Francesco si è conclusa alle 15. «Eravamo stremati e abbiamo chiesto l’autorizzazione per un cambio. Siamo stanchi, stremati, arrabbiati e amareggiati». Amarezza? Sì soprattutto, dice Francesco, per la natura dell’incendio. «Difficile pensare che quello che ha colpito la Sicilia faccia parte di un unico fronte fuoco che si è propagato».
La foto in apertura è di Anpas Sicilia
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