Cultura
El-Zir, l’imam-stilista che rifarà il trucco all’Ucoii
Parla il nuovo presidente dell'Unione delle comunità islamiche
Nel programma più spazio a giovani e donne. Ma non solo: «Questa organizzazione non si può fondare solo sul volontariato». Un restyling che ha un obiettivo preciso: «Rendere trasparente la nostra presenza sul territorio» Si chiama Ezzeidin El-Zir, di professione fa lo stilista e da poche settimane, oltre che imam a Firenze, è il nuovo presidente dell’Ucoii – Unione delle comunità islamiche in Italia, l’associazione islamica è più rappresentativa nel nostro Paese. Quella che leggete è la prima intervista nella sua nuova veste.
Vita: Come sarà l’Ucoii del prossimo futuro?
Ezzeidin El-Zir: Per i prossimi quattro anni l’obiettivo primario è quello di creare una moschea-modello che funga da standard per gli altri centri islamici dell’Ucoii. Poi bisogna professionalizzare i ruoli della struttura. Il nostro obiettivo è quello di passare da una associazione di volontariato – oggi il 90% del nostro lavoro è su base volontaria – a un modello organizzativo professionale più costante, continuativo e retribuito. L’altro punto è la valorizzazione delle nuove generazioni. Nel direttivo ci sono tanti giovani consiglieri e molte donne.
Vita: Che tipo di modello ha in testa?
El-Zir: Sarà un esempio di trasparenza, di linguaggio, di integrazione con l’esterno e di democrazia interna.
Vita: Questo a parole: nei fatti, come si diventa un modello?
El-Zir: C’è bisogno di uno statuto ben definito, un direttivo i cui ruoli siano chiari e definiti, ma anche processi democratici interni sulle prassi decisionali e un’aderenza a una lingua ufficiale, che sarà l’italiano. È l’unica lingua che unisce i nostri membri, che non sono tutti arabi, ma anche pakistani, africani ed italiani. E poi è la lingua della nostra Costituzione. Essendo noi italiani di fede islamica, dobbiamo conoscere la nostra Costituzione. Propongo dei corsi di aggiornamento sui diritti e doveri, sulla convivenza civile, su com’è strutturata la Repubblica italiana.
Vita: E i sermoni del venerdì?
El-Zir: Saranno in arabo e poi tradotti in Italiano.
Vita: Perché, secondo lei, parte dell’opinione pubblica italiana non vede in modo favorevole l’Ucoii?
El-Zir: Finora non siamo riusciti a comunicare in modo unitario l’immagine reale della nostra realtà, ossia che siamo parte integrale della società, che diamo un contributo economico e sociale all’Italia e che non vogliamo vivere ai margini o nel ghetto.
Vita: Come ha reagito quando il ministro Maroni ha escluso l’Ucoii dalla nuova consulta sull’Islam?
El-Zir: Noi siamo radicati sul territorio. La consulta è di per sé un passo in avanti. Noi siamo sempre disponibili al dialogo e a dare il nostro contributo. Se il nostro contributo non arriva sul tavolo del ministro, allora verrà dato in maniera pratica sul territorio.
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