Welfare

Il Fondo sociale europeo finanzi l’inclusione sociale

Lo sostiene il commissario Ue per gli Affari sociali

di Joshua Massarenti

Da Bruxelles – “L’Unione, fondata su valori solidi, deve garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei Rom. E’ inaccettabile che questa minoranza etnica subisca delle discriminazioni” nello spazio europeo. Sono parole dure quelle espresse alla vigilia della Giornata internazionale dei Rom dalla vice-presidente della Commissione europea e commissario per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, Viviane Reding. Parole che coincidono con la pubblicazione di due rapporti della Commissione sulla più importante minoranza etnica dell’Unione Europea.

 Nel primo documento (scaricabile qui a lato), la Commissione esorta gli Stati membri a usare i fondi UE per favore l’integrazione socioeconomica dei Rom. “L’integrazione dei 10-12 milioni di Rom – una popolazione grande come quella del Belgio o della Grecia – costituisce una responsabilità comune degli Stati membri e delle istituzioni UE” sottolinea il rapporto. Questa integrazione passa per l’accesso a posti di lavoro e a un’istruzione non segregati, nonché ad alloggi e a servizi sanitari . Di fronte alle continue minacce di esclusione sociale, se non di segregazione, il commissario europeo per gli Affari sociali, Laszlo Andor, ha dichiarato che “i Rom non hanno bisogno di un mercato del lavoro distinto; non hanno bisogno di scuole che perpetuano la segregazione dei loro bambini e non vogliono vivere in ghetti modernizzati. Il nostro obiettivo è che i Rom siano accettati senza discriminazioni e che siano integrati nella società”. Secondo Andor, “il Fondo sociale europeo è un importante strumento a sostegno di questo approccio”.

Oggi i Rom sono presenti in quasi tutti i paesi europei, in particolare in Spagna (650mila), Romania (535mila), Turchia e Francia (entrambe 500mila), Bulgaria (370mila), Ungheria (205mila), Grecia (200mila), Italia (130mila) e Serbia (108mila). La loro situazione è stata passata al settaccio dalla Commissione europea in un rapporto – il secondo – dove si fa un bilancio sui progressi e le difficoltà registrati negli ultimi due anni. Dal 2008, su richiesta dei capi di Stato e di governo dell’Unione, l’UE ha messo in piedi un arsenale giuridico “solido” per lottare contro le discriminazioni anti-Rom. Nello stesso tempo, sono state promosse tutta una serie di operazioni di sensibilizzazione per favorire la loro integrazione. Ma non basta. La Commissione ha ingaggiato delle procedure giudiziarie contro 24 Stati Membri affinché la legislazione europea contro le discriminazioni dei Rom fosse correttamente trasposta nelle legislazioni nazionali. Ad oggi, “dodici procedure sono andate a buon porto, le altre dodici sono in corso”.

Per superare gli ostacoli all’integrazione dei Rom, la Commissione ha adottato oggi una comunicazione strategica che traccia a grandi linee un programma in cui si prevedono, tra le altre cose, il ricorso ai Fondi strutturali europei, compreso il Fondo sociale UE e la valorizzazione del potenziale delle comunità Rom nella strategia “Europe 2020”.

I rapporti della Commissione Ue saranno discussi durante il vertice europeo sui Rom che si terrà l’8 e il 9 aprile a Cordova, in Spagna.

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