Cultura

Avvocati di strada, è boom

Crescono le pratiche gestite dai legali che assistono gli homeless

di Redazione

Il 2009 ha segnato un +37% nelle pratiche che gli avvocati dell’associazione Avvocati di strada hanno seguito gratuitamente per conto di homeless. In totale, 2.072 pratiche. Il dato è contenuto nel Rapporto 2009(allegato in versione integrale in alto a sinistra) sull’assistenza legale in Italia a favore delle persone senza dimora, presentato oggi dall’associazione. «Un incremento vistoso, la crisi economica ha indebolito ulteriormente categorie già fragili e ne ha create di nuove», si legge nel rapporto.

La maggioranza degli utenti è di origine extracomunitaria (62% del totale), ma la presenza di italiani nel 2009 è molto cresciuta: 663 assistiti, passando dal 26% dell’anno socrso all’attuale 32%.

«Sono dati che rispecchiano quelli della Caritas», spiega il presidente dell’associazione Antonio Mumolo, «Il punto è che la povertà è in aumento. Questo significa che tanta gente sta finendo in strada. Ma non solo in molti non hanno soldi per fare la spesa e pagare le bollette. Ci sono, e sono tanti, cittadini che vivono in casa ma senza luce, gas, acqua e che mangiano alle mense dei poveri».

Più della metà delle pratiche, il 51%, riguardano l’area del diritto amministrativo, in testa le problematiche relative a permessi di soggiorno (464) , fogli di via e decreti di espulsione (502). Seguono a grande distanza le sanzioni per violazioni del codice della strada (30) e quelle per aver viaggiato senza biglietto sui mezzi pubblici (24). L’area successiva è quella del diritto civile, il 39% del totale. Un settore che ha molto sentito l’influenza dell’attualità: c’è stato infatti un vero boom di pratiche relative al diritto alla residenza (148), «cresciuto con l’approvazione del pacchetto sicurezza dell’attuale governo», di sfratti e locazione (118) e relative al diritto del lavoro (178), «per via della crisi economica». Alte anche le pratiche relative a separazioni e divorzi (84).

Il diritto penale è il fanalino di coda: rappresenta solo il 10% delle pratiche. In cima alla lista reati contro il patrimonio (rapine, furto, truffa) con 40 pratiche e cause in qualità di persona offesa (aggressioni, minacce, molestie), con 34 pratiche.

I dati parlano chiaro ma «sembra che nessuno, a parte gli addetti ai lavori, si accorga del fenomeno», sottolinea Mumolo, «Siamo vittime di uno stereotipo televisivo per cui la povertà è una colpa. Bisogna essere tutti belli ricchi e famosi, e non avere problemi».

Il presidente poi approfondisce il problema degli stranieri «per quanto riguarda gli immigrati la Bossi-Fini e il reato di immigrazione clandestina non funzionano e stanno creando grossi danni. Per quanto riguarda la Bossi-Fini possiamo dire che non funzione perchè invece di ridurre la clandestinità la produce. Con la crisi infatti aumentano i licenziamenti. Uno straniero che perde il lavoro e non ne trova uno alternativo è clandestino». A questo punto entra in gioco il reato di clandestinità. «oggi non solo diventano clandestini ma anche rei e quindi si nascondono» conclude Mumolo.

Per approfondire leggi qui l’intervista Antonio Mumolo, avvocato, presidente della onlus.

In copertina l’avvocato Antonio Mumolo, presidente di Avvocati di Strada Onlus

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