Famiglia

figli contesi, più rigore con chi sbaglia

L'Ami denuncia le falle dell'affidamento condiviso

di Benedetta Verrini

L’affido condiviso non ha migliorato la situazione dei bambini e dei ragazzi coinvolti nella separazione dei genitori. È la denuncia circostanziata dell’associazione Avvocati matrimonialisti italiani, che per il 2009 ha conteggiato ben 150mila figli “contesi” a seguito della separazione delle coppie.
L’hanno definita «una ferita che continua a sanguinare» nel nostro Paese, nonostante la legge 54 del 2006 che ha introdotto l’affidamento condiviso: è la situazione vissuta da 1 milione 400mila ragazzi (tanti sono stati negli ultimi dieci anni) contesi tra madre e padre nell’iter di separazione.
«Le coppie italiane (i separati, i divorziati e i conviventi) continuano a contendersi i figli come se fossero oggetti da espropriare o, peggio, bottino di guerra anche nell’ambito delle apparentemente miti separazioni consensuali», denuncia il presidente dell’associazione, l’avvocato Gian Ettore Gassani. «Ci sarà pure l’affido condiviso, ma non si sono ridotte le richieste d’intervento ai Carabinieri», dice. «Restano numerosi i casi di attivazione dei servizi sociali, la necessità di perizie psicologiche presso i Tribunali. Per non parlare dei reati intrafamiliari, le violenze fisiche e soprattutto psicologiche sui minori; la scuola che lancia un allarme bullismo e solitudine per gli adolescenti. Questa è la generazione più sofferente che esista nel nostro Paese, ed è necessario intervenire perché l’aumento dei matrimoni misti porta la conflittualità della coppia anche fuori dai confini del nostro Paese».
Gassani fa l’esempio della coppia mista “scoppiata”, in cui il genitore straniero porta con sé all’estero i figli nati in Italia. «Sono circa 2mila ogni anno i minori in questa situazione», spiega. «Sono l’esempio limite a cui può arrivare la litigiosità dei coniugi».
Per questo motivo, l’Ami (che conta oltre 2mila iscritti in Italia tra avvocati, psicologi e mediatori familiari), propone un netto giro di vite, in campo penale, sulla condotta dei genitori. «Non può essere che il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento o il ricorso sistematico a certificati medici per far evitare ai figli le visite presso l’altro genitore», esemplifica Gassani, «non abbiano praticamente conseguenze. È necessario stabilire pene più rigorose per questo tipo di reati e creare nuove figure di delitti intrafamiliari, come il plagio di minore, che è una delle forme di manipolazione psicologica più ricorrenti».
Riguardo all’affido condiviso, Gassani sottolinea come sia necessario arrivare ad emendamenti che rendano la mediazione familiare uno strumento più cogente ed efficace, oltre alla necessità di ridurre i tempi dell’iter giudiziale. Nel settembre 2010, a Parigi, si terrà un incontro degli avvocati di famiglia di tutto il continente, «con l’obiettivo di giungere alla costruzione di un diritto familiare europeo. L’Italia, nell’ambito della tutela dei minori nelle separazioni, non può più permettersi di restare il fanalino di coda».

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