Volontariato

Dilettanti sì, ma non nel doping

Nel ciclismo e nel calcio amatoriale punte del 14% di uso di sostanze. Steroidi e stimolanti a gogò, con gravi rischi per la salute

di Daniele Biella

La gara più gettonata nel mondo dello sport amatoriale? Quella a chi si dopa di più. Sono a dir poco sconvolgenti i dati che arrivano dall’ultimo rapporto, relativo al 2008, della Commissione del ministero della Salute per la vigilanza e il controllo sul doping. «L’incidenza di chi usa steroidi o altro tra gli amatori arriva ad essere sette volte tanto quella dei professionisti», denuncia Massimo Casciello, presidente della commissione e direttore generale della Ricerca scientifica e tecnologica del ministero della Salute.
Vita: Chi sono i nuovi dopati insospettabili?
Massimo Casciello: Un esempio su tutti: il 50enne che in una competizione di ciclismo si prende steroidi per arrivare prima del compagno di classe o del collega d’ufficio. Abbiamo rilevato che a doparsi sono soprattutto soggetti di una categoria sociale assolutamente consapevole e consenziente dei pericoli del doping. E lo fanno in semplici attività amatoriali, non in gare legate a risorse economiche consistenti come accade nel professionismo. Una cattiva interpretazione dell’agonismo.
Vita: In quali sport si assumono più sostanze? Quali le più diffuse?
Casciello: Nel ciclismo e nel calcio amatoriale si arriva al 14%, un dato enorme se si considera che le positività rilevate dal Coni per tali sport a livello professionistico sono in media del 2%. Ma forte è anche il doping in tutti gli sport di durata, come la corsa e lo sci di fondo. Le sostanze più diffuse sono gli steroidi anabolizzanti, con il 25,4% dei casi, gli stimolanti, 20,3% e i cannabinoidi, 16,9%. Il fatto più grave è che queste persone assumono le sostanze in modo amatoriale, senza un medico alle spalle, quindi il pericolo per la propria salute cresce in modo esponenziale.
Vita: Come sono stati fatti i controlli?
Casciello: Seguendo le regole degli organismi internazionali: ci si è recati alle gare con un medico, poi i campioni raccolti sono stati inviati ai laboratori del Coni, e le positività segnalate alle stesse persone e alle loro società.
Vita: Che sanzioni sono previste?
Casciello: Quelle penali, relative alle sostanze fuorilegge, si affiancano alle squalifiche sportive. Il problema è che al 50enne ciclista di cui dicevamo prima, le sanzioni sportive non fanno nessun effetto, a lui interessa solo vincere. È una mentalità stile ultrà da stadio – dove tutto è lecito per raggiungere l’obiettivo – o stile reality televisivi – dove chi vince è il mito e gli altri non valgono nulla. Dobbiamo investire sulla prevenzione, in primis nelle scuole.

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