Cultura

2009: persi 380mila posti di lavoro

Lo rende noto l'Istat

di Redazione

Nel 2009 l’occupazione si riduce in media su base annua dell’1,6 % che corriponde in cifra assoluta a 380.000 unità in meno. Lo rende noto l’Istat rilevando che si tratta del primo calo annuale dal 1995.
Alla flessione particolarmente robusta dell’occupazione maschile (-2%, pari a -274.000 unità in confronto alla media 2008) si associa, spiega l’Istat, quella meno accentuata, ma comunque rilevante, dell’occupazione femminile (-1,1 per cento, pari a -105.000 unità). A livello territoriale, la discesa dell’occupazione, contenuta allo 0,5 per cento (-25.000 unità) nel Centro, raggiunge l’1,3 per cento (-161.000 unità) nel Nord e il 3% (-194.000 unità) nel Mezzogiorno, sotto la spinta della forte perdita impressa dalla componente maschile. Il risultato negativo dell’occupazione totale tiene conto della riduzione molto accentuata della componente italiana (-527.000 unità), controbilanciata dalla crescita, pur se con ritmi inferiori al passato, di quella straniera (+147.000 unità, di cui 61.000 uomini e 86.000 donne). Il tasso di occupazione 15-64 anni si attesta, nella media del 2009, al 57,5% (58,7 per cento nel 2008). Il risultato sconta la discesa della componente femminile (dal 47,2 al 46,4 per cento) e soprattutto di quella maschile (dal 70,3 al 68,6%). A livello territoriale, alla più moderata riduzione dell’indicatore nel Centro fa seguito la significativa flessione nel Nord e nel Mezzogiorno. Il tasso di occupazione degli stranieri, rimasto invariato tra il 2007 e il 2008, segna una sensibile riduzione, passando dal 67,1 per cento del 2008 al 64,5% del 2009 (dall’81,9 al 77,7% per gli uomini e dal 52,8 al 52,1% per le donne). Alla discesa dell’1% (-169.000 unità) dell’occupazione dipendente si associa la forte contrazione di quella indipendente (-3,5%, pari a -211.000 unità). L’agricoltura segna una flessione del 2,3%, pari a 21.000 unità in meno in confronto al 2008. L’occupazione agricola diminuisce sia nella componente alle dipendenze, sia in quella indipendente e, con l’eccezione del Centro, in tutto il territorio nazionale.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.