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Tetto stranieri: problemi in 10mila classi

Report del Ministero: il primo classe per classe

di Sara De Carli

Un conto è la scuola, un altro le singole classi. Lo si deduce leggendo il report statistico che il Ministero della Pubblica Istruzione ha appena pubblicato sul suo sito (in allegato) circa la distribuzione di alunni stranieri nelle scuole e nelle classi d’Italia.

Accanto al report sugli alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano, aggiornato all’anno scolastico 2008/2009, c’è infatti un focus specifico in rapporto al tetto del 30% di presenze di alunni non italiani per classe fissato dal ministro Gelmini per il prossimo anno scolastico, con la circolare n. 2 dell’8 gennaio 2010. La novità è che per la prima volta i tecnici del servizio statistico del ministero hanno disaggregato i dati classe per classe, «evidenziando eventuali distribuzioni anomale tra le varie sezioni di uno stesso corso». Questa anagrafe è aggiornata sull’anno scolastico in corso, il 2009/2010, seppur limitatamente a elementari e medie e alle sole scuole statali.

Questione tetto

Oggi l’87% delle scuole primarie statali è interessato dalla presenza di alunni stranieri; nelle secondarie di primo grado si sale al 90%. In entrambi i casi, però, il 70% delle scuole vede una presenza sotto il 15% del totale degli alunni. La scuole in cui la quota di alunni stranieri supera il 30% sono 477 per le primarie e 142 per le secondarie, su un totale di 22mila 403 scuole. Vuol dire il 3% nel primo caso e il 2% nel secondo; complessivamente il 2,8% delle scuole.

Anche sopra quota 30%, poi, l’allarme è più contenuto di quel che si pensa. Il 77% delle elementari e l’87% delle medie si attestano su una presenza compresa fra il 30 e il 45%. Oltre quota 60% arrivano solo 20 scuole elementari e 3 scuole medie in tutta Italia, cioè lo 0,1% delle scuole totali: 9 istituti elementari di questo tipo e 1 scuola media sono in Lombardia. Percentualmente è però l’Emilia Romagna la regione con più istituti sopra quota 30%: ne ha il 6,7% contro il 5,7% della Lombardia e il 4,7% del Veneto.

Classe per classe

Condizione per realizzare una adeguata distribuzione degli studenti stranieri è però che questi siano distribuiti equamente nelle classi di una stessa scuola: una lettura che fino ad oggi i dati raccolti dal ministero non riusciva a fare. Per la prima volta per l’anno scolastico in corso, invece, il Ministero ha incrociato i codici fiscali degli alunni – da cui si ricava il luogo di nascita – con la cittadinanza, quantificando classe per classe il numero degli alunni non italiani.

Le classi con una presenza di alunni non italiani sopra quota 30% sono 7.279 nella scuola primaria e 3.122 nella secondaria di primo grado: circa il 5% del totale nel primo caso e il 4% nel secondo. Complessivamente 10.401 classi. Il dato cioè fotografa una situazione doppiamente complicata rispetto a quel che emerge considerando solo le scuole.

Si tratterebbe di una conferma di una relativa concentrazione degli stranieri in un numero di istituti limitato, fenomeno valido in alcune regioni più che in altre. Il 70% delle classi in questione si concentrano al Nord: in Lombardia se ne contano 2.040 nelle primarie (il 27,4% del totale classi “fuori quota”, quasi sei volte tanto quello che emerge considerando solo gli istituti) e 915 nelle medie (il 29,3%); segue il Veneto con il 13% di classi fuori quota rilevate alle elementari e il 12% rilevate alle medie. In queste regioni sembrerebbe necessaria, secondo le indicazioni della Gelmini, una ridistribuzione diversa degli alunni verso altri istituti.

Le cifre si ridimensionano di molto considerando però, e il rapporto fa anche questo, gli alunni con cittadinanza straniera ma nati in Italia. Togliendo questi ultimi, come peraltro ha indicato il ministro Gelmini, le classi fuori quota 30% sono solo 1.325 alle elementari e 1.568 alle medie (circa 2.850): l’1% nel primo caso, il 2% nel secondo. In quattro classi limite su cinque, alle elementari, la presenza di stranieri è fatta cioè in sostanza di soli bambini nati in Italia.

I numeri complessivi

Nell’a.s. 2008/09 sono stati 629.360 gli alunni non italiani iscritti nelle scuole italiane. L’aumento è del 9,6% rispetto all’anno precedente: solo l’anno prima era stato del 14,5%. Secondo il Ministero, cioè, si può individuare un «sostanzioso rallentamento del flusso migratorio, connesso con la crisi economica mondiale». La presenza di alunni straneri sul totale raggiunge quota 7%, andando dall’8,3% delle elementari al 5% delle superiori. Gli alunni stranieri nati in Italia sono però 233.003, peri al 37% del totale, con un incremento del 17% rispetto all’anno precedente. Gli alunni che per la prima volta sono entrati in una scuola italiana nel 2008/09 – quelli che oggettivamente presentano più problemi dal punto di vista anche solo linguistico – sono stati 41.421, pari all’8 degli alunni stranieri. Le provenienze più presenti? Romania (quasi 106mila alunni), Albania (quasi 92mila), Marocco (quasi 83mila), Cina (quasi 31mila).

Focus nomadi

In classe anche 12.838 alunni nomadi, di cui il 54% alle elementari e solo l’1,5% alle superiori. Il Lazio è la regione con più alunni nomadi iscritti: 2.285. Seguono la Lombardia, con 2.006 e il Piemonte, con 1.235. In Basilicata ce ne sono 3, in Valle d’Aosta nessuno.

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