Non profit

L’innovazione targata Vendola non fa breccia nella sanità

Il tallone d'Achille del governatore più fuori dagli schemi

di Francesco Dente

Una legge e mezza per seduta consiliare. 183 provvedimenti in 126 sedute del Consiglio regionale. Il succo della prima legislatura pugliese guidata da Nichi Vendola è nei numeri delle leggi approvate ma ancor più in quelli degli emendamenti contro i disegni di legge della sua maggioranza. Sulla riforma dei servizi sociali del 2006, l’opposizione presentò 6mila modifiche ritirate dopo che il centrosinistra, pronto ad aprire alle famiglie di fatto, riconobbe il ruolo della famiglia fondata sul matrimonio. Numeri insoliti per un’aula regionale e che danno la misura della stagione Vendola. Insolita, del resto, fu l’elezione in una Regione prima feudo democristiano e poi del polo di centrodestra, l’allora Casa delle Libertà guidata da Raffaele Fitto. Contro la “protesi”di Berlusconi scese in campo Vendola.

La sfida della sanità
Non sapeva che proprio la sanità sarebbe stata il suo cavallo di Troia. Sulla strada del governatore poeta, ancora una volta le protesi. Questa volta quelle di Tarantini, l’imprenditore noto fra l’altro per la escort Patrizia D’Addario. Ma anche per le inchieste sull’ex assessore alla Sanità, Alberto Tedesco. «La lottizzazione e gli sprechi ci sono stati anche sotto Vendola», osserva Antonio D’Angelo, presidente regionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva. D’Angelo distingue tra la gestione Tedesco e quella dell’attuale assessore Tommaso Fiore, punta il dito contro la debolezza dei controlli ma soprattutto contro la periferia. «C’è un sistema di potere nelle Asl impermeabile a qualsiasi riforma», commenta. E cita anche le liste d’attesa, altro punto debole. «Sono state ridotte solo quando c’erano risorse aggiuntive per pagare le prestazioni straordinarie del personale medico. Il punto», osserva D’Angelo, «è che non basta fare le linee guida sull’appropriatezza degli esami e dei ricoveri se non si stabiliscono vincoli e se non si individua chi li deve far rispettare». Bacchetta la Giunta anche sui costi della sanità. Buono, invece, il giudizio sulla riorganizzazione condivisa con i territori della rete ospedaliera, la riforma dei distretti sociosanitari e gli interventi per i non autosufficienti.

Famiglie e non solo
Un capitolo positivo, la cura degli anziani, anche per il Forum delle associazioni familiari. «L’assegno di cura, il fondo per i non autosufficienti e la dote per i nuovi nati sono buone sperimentazioni. Occorre ampliare la platea dei beneficiari», dice la presidente Lodovica Carli. Il Forum giudica favorevolmente gli interventi per le famiglie numerose, il programma «Famiglie al futuro», la promozione delle associazioni familiari (istituita anche la Consulta), la legge sulle associazioni di promozione sociale e il fondo per le famiglie che hanno perso congiunti sul lavoro. «Un passo in avanti è stato compiuto sugli asili nido dove partivamo quasi da zero», aggiunge. Le criticità riguardano invece l’abolizione della legge Fitto sulla famiglia, la sanità e la scuola. «Del piano sanitario non abbiamo condiviso la sanitarizzazione dei consultori, l’introduzione della diagnosi preimpianto e della RU-486 prima del via libera dell’Aifa e l’allontanamento dei medici obiettori». Il Forum, che ha visto di buon occhio l’inclusione dei consultori privati nel sistema pubblico, lamenta i ritardi nell’accreditamento. Infine, la scuola. «Non ci piace la nuova legge sul diritto allo studio», chiosa la presidente. L’altro Forum, quello del terzo settore, invece, ritiene di non essere stato considerato se non nella riforma dei servizi sociali. «Il giudizio sul merito dei provvedimenti, invece, è positivo. Il problema, semmai, è un altro: la Puglia sforna ottime leggi che però i territori fanno fatica ad attuare», dice Annamaria Semitaio, portavoce delle organizzazioni del non profit.

Bene l’ambiente
Luci e ombre anche in materia di ambiente. Più luci, forse. Il punto più alto è stato toccato con la legge anti diossina del 2008. «Non è stato approvato però il Piano regionale delle immissioni in atmosfera», nota Antonio De Feo, presidente regionale del WWF. Meno brillante la politica in materia di rifiuti. È raddoppiata la raccolta differenziata ma solo un primo trattamento del prodotto differenziato è fatto in Puglia. Il WWF, inoltre, è critico sulle discariche per rifiuti speciali. Buono il giudizio sul ciclo dei rifiuti nonostante il ritardo nell’avvio degli impianti. Infine le rinnovabili. Nell’era Vendola, la Puglia è diventata prima regione per la produzione eolica, fotovoltaica e terza per l’energia da biomasse. «Passi da gigante. Occorre, però, salvaguardare il paesaggio», puntualizza il presidente. Sì ai pannelli, insomma, ma senza radere al suolo ettari di uliveti.

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