Welfare

Aspettando il ddl Alfano sulla detenzione domiciliare

di Redazione

Direttamente dal Cie al carcere
Chi sono le persone che abitano oggi le carceri sovraffollate? La testimonianza, di un ragazzo tunisino di 21 anni, pubblicata sul giornale del carcere di Gorizia, L’eco di Gorizia: «Essendo privo di documento di soggiorno, la polizia mi ha portato nel Cie di Gradisca d’Isonzo. Era il giorno 12 giugno del 2009. Ho passato lì dentro 59 giorni, l’ultimo dei quali ho ricevuto la notizia che ne avrei dovuto passare altri 120! Da quel momento sono cambiato, ho provato sei volte a scappare, ma non ho avuto fortuna. Così dall’8 agosto, io e coloro che si trovavano insieme a me nel Centro siamo stati rinchiusi per un mese intero nelle celle, senza poter neppure usufruire di un’ora d’aria. A ottobre, sono stato trasferito in carcere, dove mi trovo attualmente. Avrò il processo per aver commesso il reato di resistenza a pubblico ufficiale».

Venti minuti al mese per paziente
Le Voci Dentro, giornale realizzato nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, raccoglie la voce di uno psichiatra, Aldo Madia, che descrive la situazione dentro la struttura: «Seguo circa 60 persone, sono nuovi arrivi, vengono da altre carceri e Opg, gente che spesso è solo di passaggio. Il mio orario di servizio è di 45 ore mensili: ogni paziente ha in media circa 20 minuti al mese per parlarmi e tentare di risolvere i propri problemi. Vedo ammassati dieci letti, alcuni a castello, avvolti in coperte marroni da ospedale. Dietro le sbarre dormono uno accanto all’altro dieci uomini, alcuni col raffreddore, altri con la scabbia, altri con l’Hiv».

Subito un progetto per chi esce dal carcere
Nell’agosto del 2006, quando uscirono centinaia di detenuti grazie all’indulto, il ministero del Lavoro e il ministero della Giustizia affidarono ad Italia Lavoro un progetto sperimentale di inclusione sociale, di cui sono appena stati pubblicati i dati: 2.058 tirocini avviati, 1.529 terminati, 330 assunzioni realizzate. Un’esperienza utile oggi, se verrà approvato il disegno di legge del ministro Alfano sulla detenzione domiciliare per chi è all’ultimo anno di pena e la messa alla prova per pene sotto i tre anni, per pensare a nuovi progetti di reinserimento.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.