Sostenibilità

Decreto “Bondi” in Gazzetta

Pochi giorni per poterlo impugnare. Altroconsumo, e non solo, sul piede di guerra

di Redazione

Per alcuni “finalmente” per altri “purtroppo”, sta di fatto che il noto decreto “Bondi” è ufficialmente in Gazzetta. Contestato, apprezzato, criticato sia dall’Industria sia dai consumatori, il decreto entra in vigore sin dal giorno della sua pubblicazione sul sito del Ministero per i beni e le attività culturali e stabilisce contenuti e misure del cosiddetto equo compenso per copia privata.

La noma stabilisce nello specifico il pagamento di una tassa alla SIAE per “la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi” al momento dell’acquisto di qualunque prodotto elettronico, analogico o digitale, in grado di riprodurre e/o memorizzare materiale potenzialmente protetto da copyright.

L’obiettivo è quello di ottenere dei compensi da redistribuire agli artisti per la cosiddetta copia privata, cioè la possibilità, da parte dell’utente che ha acquistato un supporto digitale o analogico contenente materiale protetto da copyright, di poterne effettuare legalmente una copia.

Questo decreto si applica a qualunque supporto digitale attualmente in commercio, inclusi iPod, computer e cellulari, e prevede compensi variabili a seconda della capacità e della tipologia del dispositivo.

Nei prossimi giorni, infine, si attendono le eventuali contromosse di associazioni e utenti, da mesi sul piede di guerra, come Altroconsumo, che già si è rivolto alla Commissione europea in relazione per sospetta illegittimità del decreto.

A destare non poche perplessità sono “la violazione della riserva di legge prevista dall’art. 23 della costituzione in ragione della palese natura tributaria del compenso, la funzione di ‘aiuto di stato’ dell’equo compenso medesimo” dichiara il giurista Guido Scorza, così come ha sollevato qualche dubbio il fatto che “il Ministro Bondi ha ritenuto di affidare la nuova disciplina sull’equo compenso ad un “semplice” decreto ministeriale.”


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