Welfare

Maschio, non far il taccagno

Quello che le donne arabe non sopportano

di Redazione

L’uomo arabo deve pagare sempre. E se non lo fa può star certo che il suo tentativo di conquista non ha chance.
E che la donna sia emancipata o meno, non cambia nientedi Rania Ibrahim
Ero seduta in balcone con la mia amata nonna, durante una delle mie vacanze estive trascorse al Cairo. Vicini di casa, passanti, negozianti, insomma, tutto e tutti in quel momento passavano sotto i nostri occhi “radar”. Quando ad un tratto parcheggiò sotto la palazzina una Mercedes, e scese Nawal, la figlia di quello che abita al secondo piano. Chiesi a mia nonna: «Mi sbaglio o non è il tipo dell’anno scorso? Ha già cambiato fidanzato?». «È un altro, quello era malato!», rispose mia nonna. «Poverino», esclamai, «cosa aveva?». E mia nonna con freddezza mi spiazzò dicendomi: «Soffriva di una male incurabile, era spilorcio!».
La tragedia, secondo mia nonna, è che, dopo la rottura del fidanzamento, aveva avuto il coraggio di chiedere indietro i regali, pochi per l’esattezza, persino i peluches made in China.
Certo che in Egitto, oggi più che mai, il fattore soldi viene accentuato parecchio, creando spesso situazioni paradossali; ho sentito di famiglie che chiedono in euro o dollari il “mahr”, la dote della sposa, al malcapitato che, per sua “fortuna o sfortuna” vive all’estero… così con il cambio favorevole ci possono “ricamare” su un affare.
Oggi, nelle famiglie borghesi egiziane per esempio, non si parla più di shabka in oro; è sottointeso che si deve presentare il diamante, mai più piccolo di quello che ha ricevuto una cugina o una parente in qualche matrimonio precedente in famiglia. Sia mai!
Mi ricordo di una conoscente che si vergognava a dire che il suo fidanzato, che viveva nella ricca Arabia Saudita, si era permesso di offrirle una shabka in oro, avrebbe voluto lo sberluccichino onnipotente? si sa che è per sempre, non solo in Occidente, ma dappertutto!
Su questo le donne di tutto il mondo, velate o no, con burka o meno hanno trovato un punto in comune, e che punto!
Le donne arabe possono studiare nelle migliori università straniere, diventare parlamentari, medici, avvocati, giornaliste affermate, vestirsi con hot pants e top luccicanti, andare al mare in bikini, possono parlare di sesso con le amiche, viaggiare, fumare narghilè nelle piazze, apparire nude con pancioni nelle prime pagine delle riviste, possono fare quasi tutto quello che fanno le loro “sorelle occidentali”, ma l’emancipazione, come processo che, giorno dopo giorno, abbatte i muri di ignoranza, regressioni e tradizioni arcaiche che spesso pongono la donna al secondo posto nelle società arabe, si scontra e fallisce solo davanti ad un gesto? pagare il conto al ristorante.
Proprio cosi! La maggior parte delle donne arabe, di qualunque estrazione socio economica, non vede di buon occhio l’uomo che a fine cena al ristorante, ma anche in un caffè o al cinema, è restìo a prendere lo cheque per pagare il conto.
Anzi, lo si nota proprio da questo piccolo e insignificante gesto, se è quello giusto oppure “ferkesh”. Quindi, niente conto alla romana, conti separati alla cassa, o frasi tipo «tu cosa paghi?», l’uomo paga sempre, e per tutti!
Quindi, carissimi uomini, arabi o non, se durante la vostra caccia alla ricerca della vostra dolce metà per caso avete la fortuna di imbattervi in un esemplare di donna araba, preparate non solo molta diplomazia e frasi sdolcinate, ma soprattutto, un portafogli bello gonfio e pieno di soldi? e mi raccomando non fatele pagare mai il conto!

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