grazie ai vecchi cellulari e all’eco-ricaricaVodafone Italia il suo bilancio di responsabilità non lo definisce più “sociale”: preferisce inglobare questo aggettivo in un percorso ampio di sostenibilità la cui efficacia trova conferma, proprio mentre esce il Bilancio 2008-2009, nella valutazione del Tomorrow’s Value Rating che ha riconosciuto la leadership di Vodafone come azienda socialmente responsabile, consegnandole il primo posto nel settore Ict (seguita da Nokia e Hp). «Il percorso intrapreso da qualche anno da Vodafone è un cammino partito anzitutto dall’interno», spiega Caterina Torcia, manager della Responsabilità d’impresa di Vodafone, «siamo partiti dalla responsabilità sociale per poi “eliminare” il sociale, perché ci sembrava una definizione parziale che poteva suggerire ci occupassimo solo di una parte».
Vita: Al contrario, invece, vi occupate di molti aspetti?
Caterina Torcia: Infatti. Da tre edizioni il nostro si chiama “Bilancio di responsabilità” e segue un modello su tre pilastri: rendicontazione sociale, ambientale ed economica. Come si vede, il sociale è solo una parte, dunque meglio guardare alla sostenibilità nel suo complesso.
Vita: Quali sono le principali novità di questa edizione?
Torcia: Direi anzitutto la struttura con cui il bilancio è articolato. In una logica di assoluta trasparenza ricorda il “we said”, ovvero gli impegni assunti l’anno precedente, il “we have”, ciò che abbiamo effettivamente fatto, e annuncia il “we will”, quel che intendiamo fare nel futuro. Una struttura che oltretutto facilita la lettura. Non si tratta di un documento per il grande pubblico, però è importante che aiuti veramente a comprendere le azioni condotte dall’azienda. Anche per i dipendenti che leggendolo possono scoprire iniziative che magari non conoscono.
Vita: Per esempio?
Torcia: L’impegno ambientale. Che il risparmio energetico dell’infrastruttura sia nel cuore dell’efficienza energetica è noto a tutti i dipendenti. Forse meno la scelta di inviare per email le fatture ai clienti (siamo a quota 60%). Certo l’impatto ambientale delle imprese di telecomunicazione è limitato rispetto a quello di altri settori, però l’efficienza energetica per Vodafone è comunque importante. Per il 2010 l’azienda si è impegnata ad acquistare il 100% di energia da fonti rinnovabili per le attività della rete.
Vita: Poi c’è il programma My Future?
Torcia: Come impresa che comunica molto, Vodafone intende contribuire alla diffusione di comportamenti responsabili. Con My Future abbiamo messo insieme azioni che portavamo avanti da anni. La raccolta dei rifiuti elettronici, che facciamo da sempre in assoluta autonomia in oltre 800 punti vendita a disposizione dei cittadini che possono conferirvi i loro vecchi cellulari e accessori, l’abbiamo incrociata con il tema dell’energia da fonti rinnovabili. Il risultato è che il valore economico prodotto dai rifiuti elettronici – ormai i telefonini vecchi hanno un loro mercato – lo utilizziamo per finanziare impianti fotovoltaici che EnelSì installa nelle scuole dove Legambiente fa iniziative didattiche per gli studenti. Un circolo virtuoso che contiamo di promuovere ancora di più.
Vita: Quanti vecchi cellulari servono per pagare un impianto fotovoltaico?
Torcia: Per un impianto fotovoltaico in una scuola di medie dimensioni ci vogliono circa 30mila telefoni. Considerando che ogni anno si vendono in Italia 2 milioni di cellulari nuovi, c’è spazio per un’ulteriore crescita. Inoltre abbiamo sviluppato con Samsung un telefonino, che abbiamo chiamato Blue Earth, con un mini-pannello per la ricarica, costruito con le bottiglie riciclate.
Vita: Sono sufficienti i vecchi telefonini?
Torcia: Per realizzare questi impianti fotovoltaici, oltre alla raccolta dei cellulari, che come si diceva dipende dal comportamento di ogni cittadino, con i colleghi del marketing abbiamo realizzato una eco-ricarica. A fronte di ogni ricarica da 60 euro, l’azienda dava un euro a My Future. Il cliente non spendeva nulla di più. Abbiamo chiuso a 400mila ricariche. Serviranno per i 14 impianti che andranno ad aggiungersi ai sei già realizzati a Palermo, Agrigento, Grosseto, La Spezia, Comacchio e Pesaro.
Vita: Quali altre azioni emergono dal Bilancio?
Torcia: L’attenzione alle risorse umane, e in particolare alla salute e alla sicurezza sul lavoro, cui sono stati dedicati corsi di formazione che hanno coinvolto 3mila persone su 8mila. Va detto che l’attenzione allo sviluppo delle competenze delle persone si è tradotta in un aumento delle giornate di formazione – oltre 120mila – dedicate al personale interno ed esterno. Vodafone Italia si conferma un’azienda dotata di una componente femminile importante, pari al 52,7% sul totale dei dipendenti, con una presenza del 22,1% di dirigenti e del 34,1% di quadri donne, in aumento rispetto all’anno precedente.
Vita: Tornando ai clienti, Vodafone è anche impegnata a promuovere un uso responsabile del telefonino.
Torcia: È il primissimo obiettivo che ci siamo dati quando ci siamo chiesti come potevamo dare un ulteriore contributo alla collettività. La prima idea sviluppata fu il Super Messaggio Solidale, lo strumento di donazione adesso adottato da tutte le aziende della telecomunicazione. Abbiamo poi realizzato una Guida finalizzata a ridurre il gap generazionale fra adulti e minori: un prodotto destinato ai genitori perché si rendessero meglio conto delle opportunità offerte dalla tecnologia. Stiamo per editare una seconda edizione aggiornata, che terrà conto dei progressi tecnologici. Egualmente stiamo lavorando per adeguare i sistemi di parental control alla tecnologia mobile. Abbiamo messo a punto un “filtro famiglia” attivabile su richiesta: sbarra l’accesso a contenuti sensibili.
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