Economia

La Coop preoccupata dal via libera di Strasburgo

Manca chiarezza in merito ai rischi

di Redazione

”Ribadiamo la nostra posizione di precauzione e guardiamo con preoccupazione alle recenti aperture della Commissione Europea sulle coltivazioni Ogm”. E’ quanto sottolinea in una nota la Coop, la piu’ importante catena della grande distribuzione in Italia e al tempo stesso organizzazione di consumatori.

”In particolare, al di la’ del dibattito si’ o no agli Ogm, riteniamo che non ci sia ancora sufficiente chiarezza in merito ai rischi ed agli impatti a medio-lungo termine e che da parte dei consumatori permanga una richiesta di prudenza dettata dal fatto che non percepiscono vantaggi dall’introduzione di queste nuove tecnologie e che viceversa si sente fortemente minacciato il proprio diritto di scelta -continua la Coop- Auspichiamo pertanto che l’Italia decida con tempestivita’, utilizzando tutti gli strumenti normativi e amministrativi disponibili, evitando che il sistema agroalimentare nazionale precipiti in un caos ingovernato ed esposto alle contaminazioni. Ricordiamo che Germania e Francia per il mais mon 810 -l’unica varieta’ di mais autorizzata in Europa- hanno gia’ applicato la clausola di salvaguardia interrompendone la coltivazione”.

Entrando nello specifico dell’annunciato via libera UE alla coltivazione della patata ‘amflora’, Coop precisa che ”si tratta di un prodotto non destinato al consumo umano, bensi’ per l’industria carta o in alternativa per l’alimentazione degli animali. Quindi, ancora una volta nessuna innovazione destinata a dare benefici agli esseri umani, ma casomai un aumento del rischio concreto di contaminazione sia in campo che nelle filiere alimentari”.

”Questa patata infatti contiene un gene marcatore antibiotico che puo’ generare resistenza nei batteri naturalmente presenti nel tratto intestinale degli esseri umani o animali tanto da sollevare dubbi e obiezioni anche da parte dell’ Organizzazione Mondiale della Sanita’ e dell’Agenzia Europea del Farmaco: problemi evidenziati anche all’interno del comitato OGM dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che , contrariamente alle consuetudini , si e’ espressa con voto non unanime ma a semplice maggioranza, registrando posizioni contrarie”, continua la Coop.

Coop, che ha espresso la sua prima posizione ufficiale sul tema ogm ”piu’ di dieci anni fa quando nessuna impresa agroalimentare e tanto meno distributiva aveva assunto posizioni in merito, conferma la propria scelta di un sistema agroalimentare legato alla qualita’, sicuro per la salute, rispettoso dell’ambiente e del clima e pertanto, libero da organismi geneticamente modificati. Da oltre dieci anni Coop non impiega ogm sia nella fabbricazione dei propri prodotti a marchio, sia per le filiere animali a marchio Coop (circa 19 milioni fra bovini, suini, avicoli e 2.300 tonnellate di pesce d’allevamento) -i mangimi sono tutti ogm free-, stilando una linea guida di comportamento per i fornitori e attivando un rigoroso sistema di ispezioni e verifiche”.

”I maggiori costi di approvvigionamento hanno comportato un investimento di circa 10 milioni di euro.Come Coop continueremo a lavorare a favore del diritto di scelta dei consumatori di poter acquistare prodotti no-ogm con tutte le garanzie necessarie; garanzie che una coltivazione senza regole comprometterebbe per sempre”, conclude la nota.


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