Non profit

Migranti, uno sciopero a colori

Trecentomila nelle piazze italiane, ma per i giornali non è una grande notizia

di Franco Bomprezzi

Travolti dall’attualità politica e dalle vicende del premier, i giornali italiani fanno fatica a occuparsi in modo adeguato di una delle poche notizie della giornata di ieri, ovvero lo “sciopero” dei lavoratori migranti, che in modo pacifico e dialogante hanno portato all’attenzione di tutti i temi reali dell’integrazione nel nostro Paese. Ecco come i quotidiani hanno seguito l’argomento.

Nessun accenno in prima pagina del CORRIERE DELLA SERA allo sciopero dei migranti. Se ne parla invece alle pagine 14 e 15. La cronaca della giornata è affidata ad Alessandra Arachi (“Da Milano a Napoli, gli immigrati in corteo”). Tre le immagini che accompagnano il servizio: Milano, Brescia e Napoli. Nel capoluogo lombardo «almeno duemila immigrati hanno sfilato. In piazza Duomo alcuni hanno dato lezioni di arabo. Il 25% delle piccole ditte individuali in città ha come titolare un immigrato». «A Brescia hanno incrociato le braccia in diecimila per aderire all’iniziativa della Fiom-Cgil. Nel bresciano c’è stato praticamente un blocco delle fabbriche: oltre 50 quelle chiuse, la metà metalmeccaniche». A Napoli la foto ritrae «il simbolo della Lega nord che viene imbrattato con vernice rossa. Qui gli extracomunitari sarebbero stati 20mila, secondo gli organizzatori». Il focus di pag. 15 è invece dedicato ai lavori degli stranieri (“Baby sitter, manovali e imprenditori”): «Dall’agricoltura alla metalmeccanica, gli immigrati monopolizzano interi pezzi dell’economia. In certe aziende il personale è ormai al 90% straniero. Non solo: in tempi di crisi l’impresa extra tiene meglio di quella tricolore…Secondo la fondazione Ismu gli stranieri in Italia sfiorano i sei milioni. In pratica un decimo della popolazione del Paese. Di questi gli irregolari sono 450mila…Il primo datore di lavoro degli immigrati sono le famiglie…il fenomeno in prospettiva non potrà che accentuarsi: gli ultra 75enni sono passati da meno di 2,1 milioni nel 71 ai 5,7 milioni di oggi…Spesso poi la badante è più conveniente della casa di riposo…Poi ci sono i bambini. In città come Milano il mercato delle baby sitter è ormai al 90% straniero. Morale: in Italia le immigrate che ogni giorno tengono in ordine le case sono circa 750mila».

 LA REPUBBLICA apre sul caos elettorale (“Liste, escluso anche Formigoni”), piazza in prima una foto notizia dello sciopero dei migranti e ne riferisce in una doppia molto interna (14 e 15).  “Immigrati il giorno dello sciopero «Senza di noi l’Italia si ferma»”. Accanto a un pezzo di cronaca (che dà i numeri della manifestazione: in tutto hanno partecipato 300mila persone, secondo programmi diversificati da città a città; riporta anche una presa di posizione di monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni: «una manifestazione significativa perché mostra quella indispensabile integrazione e convivenza che semina il futuro della nostra società»), il racconto di Piero Colaprico: “Milano, l’altra faccia di Via Padova «Siamo clandestini ma lavoriamo»”. Dalla strada milanese teatro di un omicidio pochi giorni fa, molti sono partiti per andare in piazza Duomo a manifestare. Una città che è un condensato di sociologia metropolitana, dove capita che i negozi divengano appartamenti e dove molti clandestini hanno un lavoro (qualcuno pensa di far causa al suo datore di lavoro che lo tiene in nero). Qualche voce anche italiana: «rimpiango quando c’erano i criminali italiani. Ti chiedevano il pizzo, ma stavi tranquillo» dice un commerciante. Il commento è affidato a Gad Lerner: “Gli immigrati: «uomini come voi»”: auspica che la manifestazione sia presa sul serio: «sarebbe irresponsabile sottovalutare questo movimento. Perché se il malcontento rimanesse inascoltato, l’associazionismo degli immigrati potrebbe svilupparsi in una forma contrapposta e separata alla democrazia in cui reclama di venire incluso». E i numeri della manifestazione dicono che c’è un vuoto politico da riempire, anche se la difesa dei diritti degli stranieri può essere valutata «un pessimo affare elettorale».

IL GIORNALE decide di commentare lo sciopero dei migranti rivolgendosi proprio a loro “Cari immigrati, fuori dall’Italia è peggio. Gli extracomunitari scioperano dimenticando che stare nel nostro Paese conviene. Ieri l’Istat ha certificato che la crisi qui non ha provocato licenziamenti di massa: la disoccupazione è salita all’8,6%. La media europea è del 9,9%”.  Insomma buttate le uova marce da un’altra parte scrive alla fine del suo intervento Francesco Forte che ricorda «gli italiani non meritano l’epiteto di razzisti: in pochi anni raccolti 4 milioni di regolari. I figli dei clandestini vanno a scuola e tutti hanno assistenza sanitaria. Le manifestazioni d’insofferenza, quando ci sono, riguardano i malfattori, i viados maschi e femmine, i clandestini in accampamenti abusivi che creano disordine pubblico non le famiglie di lavoratori immigrati e studenti stranieri. I datori di lavoro, come la Ducati di Bologna hanno tutto il diritto di dire che si tratta di un cosa insensata. L’azienda riceve un danno del tutto gratuito per contestazioni che non la riguardano.  Aggiungo che anzichè scioperare perché gli italiani  non li trattano abbastanza bene,  gli immigrati farebbero bene a ringraziare il cielo di avere trovato  lavoro in Italia». Inoltre Forte scrive: «In Italia la grande crisi non ha dato luogo a licenziamenti di massa, il tasso di disoccupazione è aumentato solo dI un punto e mezzo, ossia 334mila persone in più rispetto a gennaio 2009. I due milioni di lavoratori stranieri che lavorano in Italia  hanno condiviso questa vicenda positiva».

«Bandiera gialla» è questo il titolo di apertura de IL MANIFESTO sulla fotografia della manifestazione degli immigrati a Milano. «Il “popolo giallo” si prende le piazze italiane. Sono gli immigrati che reggono la nostra economia e i loro figli, seconde generazioni nate e cresciute in Italia. Chiedono rispetto e diritti. In decine di migliaia manifestano a Milano, Roma, Genova, Brescia, Bologna. Scioperi in diverse fabbriche del centro-nord» riassume IL MANIFESTO che al tema dedica due pagina (la 6 e la 7). Sempre in prima inizia il commento di Enrico Pugliese «Cittadini lavoratori» in cui si legge: «(…) La giornata di ieri rappresenta una buona ripresa di lavoro politico degli immigrati, con gli immigrati e per gli i immigrati. Non si tratta naturalmente di un inizio. C’è gente – compagni e non –  che da anni svolge lavoro politico e pratica sociale con loro. Ed è stata proprio la partecipazione delle associazioni radicate tra gli immigrati a dare legittimità e vivacità alla giornata di mobilitazione e di protesta. La nota certamente più bella va cercata nella vivace e allegra presenza dei “nuovi italiani”: giovani di diversa origine nazionale, di diversa fede, di diverso colore della pelle e con un diverso accento (perché  parlano in chiaro dialetto romanesco, napoletano, veneto oppure milanese, e quasi mai “straniero”). …». Nelle due pagine interne si dà conto delle manifestazioni di Bologna, Roma, Napoli, Milano e Siracusa. Un articolo è dedicato anche ai Sit-in francesi.

IL SOLE 24 ORE dedica alla giornata del 1 marzo un pezzo di cronaca a pag. 19, “Il primo sciopero degli immigrati”. Di taglio basso la segnalazione dell’uscita di un libro, “Gli africani salveranno l’Italia”, scritto dal giornalista messinese Antonello Mangano. Un libro che parte dai fatti di Rosarno con una tesi interessante: «Gli stranieri hanno dato una lezione a noi italiani. Gli immigrati che vengono da noi per lavorare lo fanno per migliorare la propria vita e se qualche mafioso ostacola questo loro progetto, reagiscono», spiega l’autore. Insomma, dagli africani una lezione di resistenza ai soprusi della mafia da cui imparare.

 Per ITALIA OGGI, quotidiano economico, giuridico e politico di Class editore, lo sciopero dei migranti non è mai esistito. O semmai sia esistito, non fa notizia.

AVVENIRE parla dello sciopero solo a pagina 15. Titolo: “Immigrati, in 60 città va lo sciopero giallo”. Il bilancio è positivo per le manifestazioni (300mila hanno sfilato in 20 città, 20mila solo a Milano), in quella che è definita «protesta meticcia di italiani e stranieri», mentre «meno riuscito il blocco delle attività produttive, avvenuto solo in una cinquantina di aziende del Nordest». Per Liliana Ocmin, segretaria confederale Cisl, «la manifestazione non ha dimostrato nulla, se non l’interesse dei media». E ora? – chiede AVVENIRE a Stefania Ragusa, presidente del Comitato Primo marzo 2010: «Si apre la fase delle proposte. La forza di questo movimento è di essere meticcio». 

“Il mercato senza gli immigrati”. Fotonotizia in prima pagina su LA STAMPA del mercato di Porta Palazzo a Torino, semivuoto per lo sciopero, e all’interno un primo piano  su “Lo sciopero dei senza diritti”.  LA STAMPA cita le associazioni ch e hanno condiviso forma e contenuti della protesta: Legambiente e Coldiretti, Emergency e Acli. Per quanto riguarda i politici, invece, LA STAMPA cita la reazione di Gianfranco Fini, secondo il quale «riconoscere la cittadinanza ai giovani stranieri nati qui o arrivati molto piccoli è un ordinario esercizio di civiltà». La Lega Nord ha organizzato per oggi una contromanifestazione a Sesto San Giovanni. Una presa di posizione che non scalfisce la soddisfazione degli organizzatori: «E’ stato un grande movimento pacifico, nato spontaneamente con un tam tam sul web» dice Francesca Terzoni, portavoce del comitato del primo marzo, «un successo del genere era inimmaginabile».

E inoltre sui giornali di oggi:

RAI
LA STAMPA – “Bufera in Rai: stop ai talk show”. Aboliti tutti i talk show della Rai fino alle elezioni. In nome della par condicio, ma è la prima volta che accade nei 10 anni da cui la legge è in vigore.  Il giornalista Paolo Festuccia va a raccogliere gli umori in Rai e scrive che “Anno Zero” di Santoro era il «bersaglio designato». A farne le spese ora però sarà anche Vespa.

ELEZIONI
IL MANIFESTO – Richiamo con foto per Formigoni in prima pagina de IL MANIFESTO «Caos Pdl, dopo il Lazo salta la lista Formigoni. Comizio in camicia nera di Renata Polverini: useremo tutti i mezzi. Irregolarità anche in Lombardia, escluso il listino del governatore» sintetizza così le due pagine (la 2 e la 3) intitolate «Senza il lume della regione». Al tema è dedicato anche l’editoriale di prima «Senso vietato» firmato da Norma Rangeri: «Basta un minimo rigore nell’osservanza delle regole perché la macchina del potere (berlusconiano) esploda in mille pezzi elettorali, alimentando le faide interne al Pdl» che poi spazia fino alla cancellazione dei talk-show «Scosso dalle guerre intestine, il centrodestra prima si appella al presidente della repubblica (…), poi spegne le più seguite trasmissioni della Rai (…)».

CILE
CORRIERE DELLA SERA – “Cile: saccheggi, violenze e arresti. In arrivo i primi aiuti internazionali”. Il reportage è dell’inviato Rocco Cotroneo: «con un tondino di ferro trovato nelle macerie, Juan stava tentando di agganciare uno zainetto scolastico, dietro la vetrina distrutta di Urmax, già elegante negozio della zona pedonale di Talca. Sono arrivati due vigili e l’hanno portato via, avvolgendogli attorno ai polsi del fildiferro, anch’esso raccattato lì per terra. A Talcahuano, sulle colline di Concepción, tra sciacalli e carabineros c’è stato uno scontro quasi ad armi pari: una decina di banditi armati su un camion avevano appena finito di saccheggiare le case della zona, comprese alcune integre e tranquillamente abitate. La prima notte di coprifuoco nella regione di Bío Bío finisce con 57 arresti e un morto: un altro ragazzo giovanissimo, scoperto mentre tentava di entrare in una casa e freddato da un poliziotto. Persino un deposito di gas è stato preso d’assalto, per accaparrarsi le bombole che mancano in tutta la regione. Incendi, poi, a un supermercato e a un centro commerciale a Concepción. Il Cile evoluto, fiero dei suoi tassi di criminalità tra i più bassi dell’America latina, vive in queste ore uno choc in più: la tragedia ha scatenato un’onda di violenza più inattesa di quelle sismiche, più complessa da gestire, vergognosa per il governo. Ci sono saccheggi nei negozi distrutti, assalti a quelli chiusi e nelle case poco protette».

LA STAMPA – “Hillary a Santiago: aiuti subito”. «Hillary Clinton sbarca in America Latina parlando di aiuti alle vittime del terremoto in Cile ma in realtà punta a spingere la regione a condividere le sanzioni all’Iran» è l’attacco di un articolo del corrispondente da New York Maurizio Molinari. La Clinton oggi discuterà della situazione in Cile con la presidente uscente Bachelet –che finora ha respinto gli aiuti internazionali – poi una volta lasciata Santiago farà rotta per il Brasile dove è attesa da un delicato confronto con il presidente Lula, che finora è stato critico sull’ipotesi di varare nuove sanzioni contro il programma nucleare iraniano e ha in previsione un viaggio a Teheran che desta forti preoccupazioni a Washington.

HAITI
AVVENIRE – Ieri le forti piogge e inondazioni hanno causato tredici nuovi morti ad Haiti. AVVENIRE però anticipa la mobilitazione dell’Africa per Haiti: il 19 marzo a Cotonou, nel Benin, sarà lanciato ufficialmente un programma di cooperazione sud-sud dedicato al sostegno dei giovani haitiani, che potranno frequentare in Benin le scuole superiori. Si chiama “l’Africa con Haiti” e sarà in collaborazione con l’Unctad e la Fondazione cardinale Bernardin Gantin.

PO INQUINATO
IL GIORNALE – “I furbetti dello scarichino” che speculano sul fiume nero. Caccia alle aziende che, approfittando del disastro che ha colpito il Po, si sono liberate di sostanze tossiche pensando di farla franca”. Nino Materi raccoglie le affermazioni di Nicola dell’Acqua, direttore sezione rischi della Protezione civile  che avverte che le sostanze riscontrate non c’entrano nulla con gli oli combustibili. «Il ragionamento vigliacco degli eco-sciacalli deve essere stato più o meno il seguente: visto che il Po è stato devastato dagli oli combustibili liberati lunedì scorso, questo è il momento giusto per sbarazzarci anche delle nostre schifezze. Così qualche ditta senza scrupoli, in Lombardia e Veneto, è passata dalla teoria alla pratica. Detto, fatto. Con esiti devastanti. I provvedimenti di divieto di uso dell’acqua nei comuni polesani riguardano 10mila persone. Anche la procura di Lodi ha aperto un’inchiesta».

ECOLOGIA
LA REPUBBLICA –  L’illuminato sindaco Bloomberg, primo cittadino di New York, vuole trasformare la Grande Mela in una città sempre più verde. Isole pedonali, più piste ciclabili, taxi collettivi, più metro (in una città che ha già un ramificato sistema di metropolitane). Si sta pensando anche di reintrodurre i tram.

UNIONI GAY
AVVENIRE – La curia torinese condanna la presenza del sindaco Chiamparino alla celebrazione simbolica (senza valore giuridico) dell’unione tra due donne, sabato scorso. In realtà nella nota dell’Ufficio famiglia della Diocesi c’è anche un’apertura: ha sottolineato come sia «scorretto pensare l’amore omosessuale in perfetta analogia con quello eterosessuale» ma ha anche detto come «dobbiamo trovare categorie adeguate e rispettose per il primo, ma avendo l’onestà di fare le debite distinzioni». Chiamparino ha commentato che quello a cui lui pensa non è aprire il matrimonio agli omosessuali ma «creare un nuovo istituto giuridico che chiamerei unione civile». 

LAVORO
IL MANIFESTO – «Disoccupazione: 8,6% 300mila senza lavoro in più. Il Pil giù del 5%» recita il richiamo in prima pagina all’articolo che apre pagina 8 che, ricco di cifre e dati, dà conto della crisi e accanto ai dati relativi alla disoccupazione «particolarmente pesante si sta facendo il tasso di disoccupazione giovanile: in gennaio era pari al 26,8%» si osserva come anche il saldo degli investimenti sia in caduta -12,1% e le retribuzioni lorde nell’industria siano diminuite del 5,7%. Infine si dà conto anche dei dati del Cerved che «ha fatto sapere che nel 2009 le imprese che sono fallite hanno fatto un balzo del 23% e che anche l’ultimo trimestre è stato nero: tra ottobre e dicembre sono state aperte quasi 2900 procedure fallimentari, +15% rispetto allo stesso periodo del 2008, trimestre nel quale si era già registrato un aumento di fallimenti del 43%, rispetto al 2007».

IL SOLE 24 ORE – “Disoccupazione record, persi 307mila addetti”. Gli effetti della crisi sul lavoro si fanno sempre più sentire. A gennaio senza lavoro l’8’6%, il dato più alto dal 2004. E contemporaneamente, segnala il SOLE nel taglio basso, “ogni giorno falliscono 24 imprese”. Ma la crisi non era finita?

AGRICOLTURA
ITALIA OGGI – Apertura in prima e articolo a pagina 27 per il cosiddetto ddl “farmer market”, licenziato ieri dal governo, in cui il ministro per le politiche agricole, Luca Zaia, ha introdotto una serie di facilitazioni per gli agricoltori locali. In estrema sintesi: 20 per cento posti assegnati nei mercati al dettaglio, le strutture commerciali invece potranno garantire gli stessi posti fino al 30 per cento, incentivi per i supermercati che vorranno sostenere la filiera corta e nuova definizione dei prodotti a chilometri zero. Esclusi da questa nuova definizione i prodotti da regioni diverse, sebbene provenienti da meno di 50 chilometri.

CRISI E DONAZIONI
AVVENIRE – L’Istituto italiano delle donazioni ha analizzato le donazioni fatte nel 2009 a un campione di 103 organizzazioni sociali. Il 37% ha raccolto meno dell’anno precedente (ma per il 23% è andata meglio e il 40% non ha rilevato alcuna variazione). Ovviamente calano più le donazioni da parte di privati e aziende, tengono le fondazioni. Il comparto d’azione delle organizzazioni più penalizzato è quello della sanità e ricerca scientifica. 

EX JUGOSLAVIA
IL SOLE 24 ORE – “Karadzic si difende: fu guerra santa”. Al processo dell’Aja dove è accusato di crimini contro l’umanità l’ex leader serbo bosniaco si difende: «Tutto quello che i serbi hanno fatto è difendersi e ora tutto questo viene trattato come un crimine. Abbiamo combattuto la creazione di uno stato fondamentalista islamico. La nostra era una causa giusta e santa», ha detto.

GRANDE FRATELLO
AVVENIRE – Addirittura lancio in prima pagina per Carla Giommi, 32 anni, ex compagna di George Loonrad, uno dei concorrenti di punta dell’edizione in corso del Grande Fratello, fonda un’associazione delle vittime della televisione. La donna sostiene di essere stata danneggiata dagli autori tv che hanno montato ad arte la love story fra George e un’altra coinquilina: in particolare è stato danneggiato il figlio della coppia, Dan, di 5 anni. Quando è entrato in gioco l’avvocato della donna, George è stato «magicamente estromesso dal reality».  


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