Non profit

Federsolidarietà, 550 delegati in assemblea

Domani verrà eletto il successore di Vilma Mazzocco

di Maurizio Regosa

Si è aperta stamane a Roma la sesta assemblea nazionale di Federsolidarietà (presenti circa 550 delegati, in rappresentanza di oltre 5400 cooperative, e alcuni invitati illustri: da Carlo Borzaga a Giorgio Fiorentini, da Francesco Rutelli a Luigi Bobba, oltre che rappresentanti del mondo cooperativo come per esempio Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali). I lavori proseguiranno oggi e si concluderanno domani con l’elezione del nuovo presidente e del Consiglio nazionale per il prossimo quadriennio.

Il congedo di Vilma

La mattinata ha preso avvio con la relazione del presidente uscente, Vilma Mazzocco: Esercitare la funzione pubblica per un nuovo modello di sviluppo. Un intervento a tutto campo che ha affrontato, partendo dall’attuale situazione di crisi, le possibili evoluzioni e il contributo che la cooperazione sociale può dare perché si trovino strade innovative di sviluppo. «Dobbiamo avere l’orologio della storia», ha scandito la presidente, «dovremo essere bravi, e anche un po’ scaltri, a mettere a sistema il nostro modello per contribuire a realizzare un vero e proprio cambio di paradigma». Un cambio che riguarda la visione del Welfare (come fattore di sviluppo e di coesione) e che coinvolge anche le politiche pubbliche, da rendere «sussidiarie rispetto alle diverse forme di auto-organizzazione della società civile che nella loro espressione più tipica sono di origine cooperativa e non profit». Serve, ha proseguito Mazzocco, un processo di riforma di tipo culturale. La rappresentanza dell’interesse generale, la capacità di innovare i prodotti e i servizi, il saper far rete mettendo a punto strumenti e politiche: tutto ciò costituisce la premessa per la necessaria «legittimazione sostanziale (e non solo normativa) dell’imprenditoria sociale».

Una nuova legittimazione

Una legittimazione, ha detto la presidente, che comprende il riconoscimento che le cooperative sociali svolgono una funzione pubblica ma che, parallelamente, richiede da parte delle imprese la capacità di rimodulare l’approccio ai mercati. «Servono processi di affidamento che riconoscano risorse, tempi e livelli di responsabilità adeguati per gestire non tanto singole prestazioni di servizio, ma veri e propri processi di sviluppo sociale ed economico attraverso la produzione di beni relazionali». Infine un riferimento alle risorse umane, vero capitale delle coop, e alla questione di genere: verso le donne «permangono ancora ostacoli all’accesso a posizioni dirigenziali».

Il sostegno di Confcooperative

La mattinata è proseguita con altri interventi, fra cui quello del presidente di Confcooperative Luigi Marino che, dopo aver ringraziato la presidente uscente, ha analizzato alcune caratteristiche della cooperazione sociale e della sua positiva evoluzione, ricordandone la valenza anticiclica e sottolineando alcune sfide (la capitalizzazione per esempio) e nuove possibilità (Cooperfidi Italia, una struttura nata dalla fusione di 9 Cooperfidi regionali che va resa accessibile a tutte le cooperative). «Confcooperative» – ha concluso Marino – «mobiliterà in qualunque momento la sua forza, che viene dalle cooperative di tanti settori, tutta la sua energia, tutta la sua credibilità e autorevolezza, tutte le sue relazioni e capacità, ogni volta che le cooperative sociali ne avranno bisogno per le esigenze della difesa o della crescita».

Due domande a Vilma Mazzocco

Si tratta di un addio alla cooperazione?

Vilma Mazzocco: Da 18 anni ho incarichi in Federsolidarietà. Dal 1992 per undici anni sono stata vicepresidente, poi ho fatto 7 anni da presidente. Non è un addio alla cooperazione. Però credo che nei luoghi di rappresentanza il concetto di impermanenza debba essere agito oltre che dichiarato.

Qual è il suo stato d’animo?

Mazzocco Sono contenta. Adesso sono impegnata nella costruzione di Alleanza per l’Italia. In Basilicata abbiamo presentato da due giorni le liste per le regionali.

È candidata?

Mazzocco: No: ho un ruolo di segretario di partito a livello regionale. Chi ha una funzione come questa deve essere super partes. Costruire un partito, le liste, è un impegno gravoso. Farlo in due mesi è stato faticoso ma anche interessante: siamo riusciti a costruire una lista che incrocia competenze politiche preesistenti ma anche molta società civile, molte donne, molti giovani.

Vita: Dunque riparte dal territorio?

Mazzocco: Dalla politica seria costruita dal basso. È un processo molto sintonico con quello della cooperazione sociale. Un impegno in politica non per una promessa di posizione ma per un processo di costruzione.

Qui l’intervista rilasciata da Vilma Mazzocco a Vita

 

Federsolidarietà in cifre

Sono 200mila i soci delle 5.463 cooperative di Federsolidarietà – Confcooperative che occupano 185mila persone. Sono, in particolare, 1684 le cooperative di inserimento lavorativo che occupano oltre 40mila persone di cui 14mila in condizioni di svantaggio. Le persone occupate nelle 5463 cooperative di Fedesolidarietà – Confcooperative rappresentano: poco meno dell’1% del totale degli occupati nel Paese e l’1,2% degli occupati nel settore dei servizi; il 13,8% del totale nel settore privato dei servizi sociali, sanitari e alla persona; il 16,2% del totale degli occupati nel terzo settore in Italia. Va aggiunto che dal 2003 al 2008, le cooperative di Federsolidarietà hanno contribuito per il 6,6% alla crescita dell’occupazione totale nel Paese.


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