Economia

Lavoratori minorenni in Apple

Lo ammette la stessa azienda: in tre aziende fornitori hanno lavorato nel 2009 undici quindicenni

di Redazione

La Apple fa outing: nel 2009, in tre stabilimenti di aziende fornitori è stato sfruttato il lavoro minorile. Almeno 11 dipendenti di 15 anni, in paesi dove l’eta’ minima per lavorare è di 16 anni, in violazione delle leggi previste per contrastare il lavoro minorile, hanno lavorato nella fabbricazione di alcuni dei suoi prodotti di punta (nella fattispecie, iPhone, iPod e computer Macintosh).

La rivelazione giunge direttamente dalla società di Cupertino che ha da poco pubblicato l’annuale “Supplier Responsibility Progress Report” (in allegato il pdf), realizzato per monitorare le condizioni di lavoro e il rispetto dei diritti dei lavoratori nelle industrie partner che realizzano e producono i prodotti della mela morsicata. Il dato da poco diffuso riaccende il delicato dibattito sul lavoro minorile nel comparto dell’elettronica, ma al tempo stesso conferma l’impegno di Apple nell’arginare per quanto possibile il fenomeno.

Apple non fa i nomi delle aziende e dei fornitori coinvolti nella faccenda. Tuttavia spiega che i controlli sono avvenuti in impianti presenti in Cina, Taiwan, Tailandia, Malaysia, Singapore, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Filippine e Stati Uniti. Inoltre Apple ha scoperto che per assumere come dipendenti questi ragazzini e nascondere la loro vera’ eta’, i fornitori ne falsificavano i documenti.

In una sessantina di stabilimenti, i revisori hanno rilevato condizioni di lavoro oltre il consentito dalle politiche di Apple, con uno sfruttamento intensivo degli operai oltre le 60 ore a settimana previste. In una ventina di stabilimenti, invece, le paghe sono risultate inferiori rispetto al minimo imposto dalla società di Cupertino, mentre in 57 stabilimenti sono state riscontrate pratiche a danno di alcuni diritti dei lavoratori come la certezza dello stipendio, la possibilità di prendere giorni di malattia e di maternità.


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