Famiglia

Il Piano infanzia non si vede

Il Governo aveva promesso di convocare l'Osservatorio entro fine febbraio. Ma tutto tace

di Sara De Carli

L’ultima notizia, in merito, è quel comunicato congiunto di Carlo Giovanardi ed Eugenia Roccella, all’epoca non ancora ufficialmente passata al ministero della Sanità, che il primo febbraio 2010 ha rinviato la scadenza: la convocazione dell’Osservatorio nazionale sull’Infanzia arriverà entro fine febbraio, da lì, poi, partirà l’iter di approvazione definitiva del Piano, era il sunto del messaggio.

Febbraio ha pochi giorni, ed è già passato. Ma la convocazione dell’Osservatorio non si è vista. «Non sappiamo nulla», dice Valerio Belotti, coordinatore scientifico del Centro nazionale di documentazione ed analisi sull’Infanzia e l’Adolescenza, docente di Politiche per l’Infanzia dell’Università di Padova e membro dell’Osservatorio. «Mi sono informato, anche al ministero, ma non sono riuscito ad avere nessuna informazione. Credo che i vari ministeri coinvolti stiano facendo le loro osservazioni e coordinandosi tra loro: questioni interne, insomma. Se potete rilanciare…».

Anche Arianna Saulini, responsabile advocacy di Save the children, sottolinea come «dal 2003 non c’è 20 novembre in cui i politici non dichiarino ufficialmente che il piano infanzia è “imminente”, abbiamo avuto già due richiami da parte del Comitato Onu. Chiediamo quantomeno che venga riconvocato immediatamente l’Osservatorio».

Le associazioni più attive sul tema, da parte loro, quelle che alla Conferenza nazionale sull’Infanzia di Napoli, in novembre, avevano sottoscritto preoccupate il documento “Batti il cinque”, al fine di sollecitare le Autorità competenti ad adottare il Piano Infanzia e Adolescenza in tempi brevi ed entro le scadenze lì preannunciate (fine gennaio 2010), proprio venerdì 26 febbraio hanno inviato al ministro Sacconi, ai sottosegretari, alla Bicamerale infanzia, all’Osservatorio un documento per rilanciare la questione.  «Inviamo questa sintesi a tutte le Autorità competenti, alle Organizzazioni ed ai singoli che hanno sottoscritto il  documento “Batti il cinque”  al fine di mantenere tutte le opportune connessioni, e per sollecitare nuovamente  l’adozione del piano nazionale infanzia ed adolescenza di cui non abbiamo alcuna informazione», scivono nella lettera.

Si tratta della sintesi dell’autoconvocazione dello scorso 22 gennaio delle associazioni firmatarie (le realtà  promotrici sono Unicef, Save the Children, CNCA, CGIL, Arciragazzi, Agesci, Ordine Nazionale Assistenti Sociali) in cui si fanno presenti le principali preoccupazioni relative alla mancata approvazione del Piano Infanzia e sui contenuti che il governo sarebbe intenzionato ad eliminare rispetto alla proposta elaborata dall’Osservatorio. Eccoli:

–       Preoccupazione per la potenziale eliminazione di alcune linee d’azione valutate come prioritarie quali l’interculturalità e la partecipazione dei bambini e degli adolescenti

–       Necessità di prevedere un pieno coinvolgimento sia nella stesura che nell’applicazione del Piano da parte delle Regioni e degli Enti Locali, creando un tavolo ad hoc che lavori in modo permanente

–       Importanza di prevedere un’adeguata  connessione tra il Piano e il sistema di finanziamento dello stesso, rendendo vincolante l’allocazione delle risorse destinate

–       Nell’evidente difficoltà di definire i Livelli essenziali delle prestazioni sociali, importanza di definire almeno livelli essenziali processuali su alcune tematiche

–       Sul tema dell’ascolto e della partecipazione è stato ribadito come occorra riprendere un percorso culturale, che non declini i diritti secondo una gerarchia, e che non consideri la partecipazione come una prestazione occasionale.

–       Sui minorenni stranieri non accompagnati, l’esperienza consente ormai di definire puntualmente le diverse fasi dell’accoglienza che deve essere loro garantita sul territorio italiano per tutelarne il diritto alla protezione e il Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza potrebbe quindi avere un ruolo decisivo nel fornire risposte adeguate e rispettose dei diritti dei minori.


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