Welfare

In azienda arriva il maggiordomo

Le nuove professioni nate grazie alla legge 53/2000

di Francesco Dente

«Si tratta di figure innovative con grande possibilità di diffusione sul mercato del lavoro», spiega Donatella Gobbi dell’Isfol. A partire dal coordinatore work-familyPaga le bollette, fa la spesa e prenota la visita dal dentista. All’occorrenza, chiama l’idraulico al posto del dipendente oppure seleziona una baby-sitter. Magari nell’intervallo fra una telefonata all’assicurazione e l’acquisto dei biglietti per lo spettacolo. È il maggiordomo aziendale.
L’Isfol, l’agenzia per la formazione e il lavoro del ministero del Welfare, lo ha ribattezzato così nel rapporto sull’utilizzo dei fondi della legge 53/2000 sulla conciliazione nelle aziende.
Non è un nuovo profilo contrattuale ma una delle figure professionali, insieme al coordinatore work-family, al consulente per la conciliazione e al referente aziendale per la conciliazione, ideate per venire in soccorso ai lavoratori diventati mamma o papà.
«Sono nuove professioni che hanno una grande possibilità di diffusione», commenta Donatella Gobbi, autrice del rapporto. Nuove figure per nuovi servizi ma anche, rileva l’Isfol, nuove funzioni realizzate da professionisti già presenti nelle imprese, specie di grandi dimensioni. È il caso del counsellor, che ora fornisce supporto psicologico anche alle donne rientrate al lavoro, del tutor, del coach oppure dell’operatore di bilancio delle competenze. L’attuazione dei progetti finanziati dall’articolo 9 della legge 53, inoltre, ha favorito la nascita di figure di sostituzione, oltre che di supporto, dei genitori in maternità. È il caso dei cosiddetti “jolly”, risorse umane con un solido bagaglio di competenze e capacità di adattamento, in grado di coprire più buchi in organico.
A dieci anni dalla sua approvazione, dunque, la legge Turco si conferma terreno di sperimentazione di nuove prassi in materia di conciliazione fra gli impegni di lavoro e di famiglia.

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