Cultura

Vaticano: Osservatore Romano con “Mai” a caratteri cubitali

Un ''Mai'' campeggia oggi sulla prima pagina dell'Osservatore romano: ''mai al terrorismo e alla logica di guerra'', si legge nel sommario

di Redazione

Un ”Mai” campeggia oggi sulla prima pagina dell’Osservatore romano: ”mai al terrorismo e alla logica di guerra”, si legge nel sommario che ricorda le parole dette ieri dal Papa, mentre tre vescovi di zone che hanno vissuto o vivono momenti di grande tensione lanciano un appello congiunto e dagli Usa una delegazione di Chiese cristiane arriva in Italia e mercoledi’, 26 febbraio, sara’ anche ricevuta dal Papa. ”Non lasciateci soli, perche’ il mondo oggi ha bisogno di costruire una speranza di pace” si legge nell’appello firmato da mons. Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme e presidente internazionale di Pax Christi, dal card. Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo e da mons. Raphael Bidawid, patriarca di Babilonia dei Caldei in Iraq. Quel ”Mai”, scrive il giornale vaticano riecheggia ”il grido che il 24 gennaio 2002 si era innalzato dal ‘colle della pace’ di Assisi in occasione della Giornata di preghiera con i rappresentanti delle religioni. ‘Mai piu’ violenza! Mai piu’ guerra! Mai piu’ terrorismo!”. Quel ”Mai”, e’ divenuto ”l’ultima parola della pace. Una parola che incalza tutti, soprattutto coloro ai quali spetta in questo momento ‘la lungimiranza delle decisioni giuste’ per evitare al mondo il baratro del conflitto”. L’appello congiunto dei tre vescovi e’ un’iniziativa promossa da Pax Christi, che ne da’ notizia, tesa ”a dare il punto di vista delle vittime, di coloro che la guerra l’hanno vissuta sulla propria pelle”. ”Noi che abbiamo vissuto o stiamo ancora vivendo la tragedia della guerra, – si legge nella dichiarazione – vogliamo dire al mondo intero, in particolare ai potenti della terra: non imboccate la strada della guerra, perche’ e’ una strada senza uscita. La pace e’ l’unica strada da percorrere”. Alla preoccupazione per le vittime dirette di un conflitto si aggiunge la consapevolezza amara della folla di profughi: ”Quanti saranno i profughi dall’Iraq, che si andranno ad aggiungere a chi ha gia’ cercato speranze di vita fuggendo da quella terra, da troppi anni segnata dalla guerra e dall’embargo?”.


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