Non profit

Mobilitazione bipartisan contro il taglio delle corrispondenze estere

Api, Pd e Pdl hanno già raccolto 70 firme di parlamentari

di Emanuela Citterio

Settanta parlamentari di tutti gli schieramenti dicono no alla chiusura delle sedi Rai all’estero di Beirut, Buenos Aires, Il Cairo, Nairobi e Nuova Delhi. Gianni Vernetti di Alleanza per l’Italia si è fatto promotore di una raccolta firme tra gli onorevoli che ha già ottenuto oltre 70 adesioni (scarica a sinistra il testo dell’appello con le prime adesioni).

«Trovo sia incredibile sopprimere le sedi di corrispondenza Rai in aree strategiche del mondo che tutte insieme costano alla Rai 800 mila euro all’anno e poi pagare cachet da capogiro alle star di “Ballando sotto le stelle” e di Sanremo» dice Gianni Vernetti a Vita.it. «In questo modo si restringe la finestra che in Italia abbiamo sul mondo, su aree dove sono in corso dei conflitti ma anche dove lo sviluppo è vivace e interessante da raccontare».

Dopo aver appreso la notizia della possibile chiusura delle cinque sedi di corrispondenza Rai all’estero, annunciata in Consiglio di amministrazione Rai insieme alla comunicazione del Budget 2010, Vernetti ha contattato Beppe Giulietti (Gruppo parlamentare misto), Giorgio Merlo (Pd) e Fabio Granata (Pdl) e con loro ha promosso la raccolta firme tra i parlamentari che finora ha raccolto oltre 70 adesioni. «Manderemo anche una lettera a Sergio Zavoli in quanto presidente della Commissione vigilanza della Rai e la settimana prossima organizzeremo una conferenza stampa alla Camera» anticipa Vernetti.

«L’impressione è che l’inizativa della dirigenza Rai di chiudere le cinque sedi all’estero, fra cui le uniche due in Africa, sia per ora “congelata”» afferma Flavio Lotti, portavoce della Tavola della Pace, promotrice di una petizione su Vita.it che in pochi giorni ha raccolto quasi 3mila firme (per aderire alla raccolta firme online). «Ora è importante tenere l’attenzione alta e chiedere un’informazione di qualità sul mondo».

«La mobilitazione della società civile è stata importante» afferma Rizzo Nervo, del Consiglio di amministrazione della Rai. «Stiamo confidando che la dirigenza ci ripensi riguardo alla chiusura delle sedi all’estero e di Rai Med. Secondo il budget annuale che ci è stato presentato in Cda la soprressione era prevista per il 31 luglio di quest’anno». L’ipotesi di chiusura delle sedi di corrispondenza, fra cui le uniche due nel continente africano e quella di Beirut, fa parte del piano industriale 2010-2012, che la dirigenza dovrebbe rendere noto entro la metà di marzo.

 

Per approfondire: Viale Mazzini spegne l’Africa


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