Non profit
Mentore full time per il volontariato
Per chi va all'estero o chi, straniero, viene in Italia
di Redazione
Imentori del network europeo “To get there” affiancheranno i giovani disabili che vogliono fare volontariato all’estero sin dal Paese d’origine. Un accordo fra sei partner – Italia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Irlanda, Polonia – prevede che l’attività di sostegno inizi prima dell’arrivo nel Paese ospitante, come prevedono le regole del programma europeo «”Gioventù in Azione 2007- 2013» (Youth in Action) della Direzione generale Istruzione e cultura della Commissione europea. In questo network l’Italia è rappresentata dalla Uildm – Unione italiana Lotta alla distrofia muscolare del Lazio – che da più di dieci anni lavora con il programma «Gioventù in Europa» e che da cinque anni è accreditata quale organizzazione di invio di giovani volontari con disabilità – che in Italia ha portato avanti l’introduzione del mentore.
Enrico Sperandio, coordinatore del progetto «Mida – Sportello mobilità internazionale diversamente abili», a cui “To get there” fa parte, spiega il meccanismo. «Se un ragazzo straniero, ad esempio finlandese, con esigenze speciali intende svolgere un periodo di volontariato in Italia, con il progetto “To Get There” può avere l’aiuto di un mentore italiano che ne segue l’iniziativa sin dalle prime fasi. Oppure si attiva in un primo momento un mentore finlandese che poi passa il testimone a quello italiano al momento dell’arrivo del volontario in Italia». I disabili che fanno un periodo di volontariato all’estero non sono molti: in tre anni la Uilmd Lazio ha seguito una ventina di esperienze. «Ed è proprio da questi ragazzi che è venuta la richiesta di anticipare il periodo di mentoring. I nostri volontari sono disabili motori, ma le associazioni partner del nostro network seguono persone con disabilità sensorali e che arrivano da situazioni di disagio psicologico».
I candidati ideali per diventare mentori sono ragazzi ex volontari di servizio civile, operatori sociali, insegnanti, educatori, volontari di associazioni impegnate sui temi della disabilità. Indispensabili la frequenza di un corso che si terrà a Roma a partire dal 4 marzo e il cui termine è previsto per il 22 aprile. «L’obiettivo del percorso formativo è quello di impostare una relazione di fiducia fra mentore e volontario, per creare un ambiente che facilita l’apprendimento, per ascoltare attivamente, per favorire l’apprendimento attraverso l’esperienza», spiega Sperandio. Non solo: «Questo approccio, per così dire a monte, vuole anche migliorare la costruzione di un progetto di servizio volontario europeo per saper progettare un campo di lavoro per volontari europei con necessità speciali in Italia», conclude. La metodologia utilizzata negli incontri di formazione è propria dei gruppi d’animazione sociale e dei training formativi. Predilige l’utilizzo del materiale esperienziale di ciascuno privilegiando l’aspetto relazionale piuttosto che quello cognitivo. È richiesto un contributo di 60 euro.
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