Cultura

Chi è la signora Giovanna, che ha fatto piangere il Papa

di Redazione

Le mani tremavano come foglie alla signora Giovanna quando ha letto il saluto di benvenuto al Papa nell’ostello della Caritas alla Stazione Termini. Ma la sua emozione era niente rispetto a quella che le sue parole hanno provocato in chi l’ascoltava: il Papa.
Giovanna Contaldo, 52 anni, una grave storia di disagio mentale alle spalle, è una delle ospiti più anziane del centro d’accoglienza della Caritas. L’ostello, dedicato a don Luigi di Liegro, dal 1987 ad oggi ha offerto un tetto a un milione e 200mila persone senza fissa dimora e ha curato 80mila persone nell’annesso poliambulatorio. «Ho memoria ormai lunga di questo posto», ha detto Giovanna al Papa. «Spesso mi trovo a pensare a tutti quelli che in questi anni sono stati qui; molti di loro non sono più con noi ma non ci hanno lasciato per sempre? C’era quello che stava sempre appartato e solo, quello che dipingeva quadri e ci faceva emozionare, quello che non aveva talenti se non quello di saperci entrare nel cuore e non uscirne più». Il passaggio più commovente è stato quello in cui lei – una vita così drammatica e ancora piena di ferite – cercava di rinfrancare il Papa: «Le garantisco che noi pregheremo per Lei. Perché Dio Le dia la forza di essere sereno e forte e pieno di speranza come lo siamo noi. Qui Lei trova dolore, certamente, ma se dovesse, nel viaggio di ritorno, poter portare con Lei una cosa soltanto, porti, La prego, la speranza».

UN PADRE? E BASTA
Abbiamo chiesto alla signora Giovanna quale fosse, invece, la cosa che lei di questa visita avrebbe portato per sempre con sé. Era felice come una bambina, fiera del suo tailleur nero che la direttrice della Caritas le aveva suggerito di indossare. Ha fatto fatica, anche per i suoi problemi, a riordinare le idee. Poi ci ha nuovamente stupito rispondendo così. «La cosa più bella è stata potermi rivolgere al Papa come ad un padre. Tutti noi abbiamo avuto problemi con il nostro papà vero, ed ecco oggi ho potuto rivolgermi a una persona così distante chiamandola semplicemente… padre, santo padre, e basta… Ci ha fatto sentire che non siamo una nullità nella società».
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Lo sai perché il mondo è ancora bello? Perché c’è ancora qualcuno che ti apprezza per come sei e non per come devi essere

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