Mondo

Il ritorno alla vita

A un mese dal terremoto, viaggio nella ricostruzione di Port-au-Prince. Per cui Agire ha raccolto 11mln

di Redazione

Un mese dopo la scossa, il 12 gennaio scorso, «Port-au-Prince oggi è una città viva. I negozi hanno riaperto, così le banche. Sono tornati i mercatini per le strade, ci sono i colori della vita. C’è una gran voglia di andare oltre il dramma immenso che ha colpito tutti». Lo dice Flavio Ambrogiani, trevigiano, che lavora con il CESVI. È ad Haiti dal 16 gennaio. «Sono un logista», spiega, «mi occupo di organizzare i trasporti, degli acquisti, di mettere in piedi i campi. E di fare in modo che tutto ciò avvenga in piena sicurezza. Il coordinamento ha funzionato. Certo, il disastro è di tale entità che le cose da fare sono davvero infinite. Si lavora giorno e notte, senza sosta».

Le tendopoli funzionano, gli aiuti continuano ad arrivare da tutto il mondo. Ma i senzatetto sono un milione, nella sola Port-au-Prince sono 225 mila le case rase al suolo, il 25% degli edifici. «Il fatto», continua Flavio Ambrogiani, «è che la maggior parte degli abitanti di Port-au-Prince preferisce restare in accampamenti spontanei, nei loro quartieri, vicini alle loro case crollate. Si rifiutano di entrare nelle tendopoli. E d’altra parte per accogliere tutti gli sfollati ci vorrebbero tendopoli enormi».

Ma prima ancora di pensare a ricostruire, bisognerà rimuovere le macerie, mettere in sicurezza i quartieri, recuperare tutti quei cadaveri che presumibilmente sono sotterrati sotto gli edifici crollati. La gente andrà spostata, messa al riparo. L’emergenza nell’emergenza è l’ormai imminente stagione delle piogge, che dovrebbe iniziare a metà di marzo e che, già in circostanze normali, causa molti problemi alla popolazione, a causa della pessima rete fognaria e le scarse misure igieniche. Tutto ciò verrà esacerbato dalle migliaia di persone sfollate e la possibile ostruzione delle fogne con le macerie.

Un mese dopo il terribile terremoto che ha distrutto Haiti, SAVE THE CHILDREN ha raggiunto circa 300mila tra bambini e adulti nelle zone maggiormente colpite. «La maggior dei bambini haitiani erano già molto vulnerabili prima del terremoto e ora, un mese dopo, la loro salute, il loro benessere e le prospettive per il loro futuro sono ancora più a rischio. Le loro famiglie stanno combattendo quotidianamente per far fronte alle esigenze basilari e iniziare gradualmente a ricostruire le proprie vite”, ha affermato Lee Nelson, responsabile di Save the Children ad Haiti. “Stiamo cercando di intervenire il più velocemente possibile per fornire aiuto immediato a migliaia di famiglie, fornendo cibo, acqua, utensili, medicinali e assistenza sanitaria, e al contempo stiamo cercando di implementare i nostri programmi di protezione per i bambini e lavorando per farli tornare a scuola il più presto possibile”. Fino ad oggi, 15.000 bambini hanno beneficiato dei programmi di protezione di Save the Children che ha allestito 18 spazi sicuri a misura di bambino a Port-au-Prince e Jacmel. Inoltre, in collaborazione con Unicef, l’International Rescue Committee e la Croce Rossa, l’Organizzazione sta provvedendo alla registrazione dei bambini negli ospedali e nei campi sfollati, in modo da rintracciare le famiglie e riunificarli.

I 14 team medici di Save the Children hanno visitato e curato 10.630 pazienti, in 45 località diverse tra Port-au-Prince, Jacmel e Leogane. Inoltre, l’Organizzazione ha distribuito aiuti alimentari a più di 120.000 persone, inclusi 72.000 bambini e ha distribuito acqua potabile a 59.000 persone, costruito latrine per 7.800 persone, oltre a distribuire aiuti essenziali come coperte, kit igienici, lenzuola ad altre 48.000.

La panetteria di Francsiville-Città dei mestieri, legata alla FONDAZIONE FRANCESCA RAVA, che sorge accanto all’ospedale pediatrico N.P.H. Saint Damien, è arrivata a produrre 10.000 panini al giorno per venire incontro alle continue e crescenti richieste, e ha una potenzialità con le attuali macchine, di arrivare fino a  20.000. I panini ora sfamano i bambini accolti nei day camp N.P.H., le migliaia di sfollati delle tendopoli raggiunti dai programmi di distribuzione alimentare N.P.H., i pazienti dell’ospedale, e sono acquistati da alcune organizzazioni. Impiega 6 ragazzi haitiani, alcuni cresciuti nell’orfantrofio N.P.H., che hanno imparato il mestiere di panettiere e hanno un posto di lavoro, supportati dai tecnici volontari della Fondazione Francesca Rava. I ragazzi ora vivono in un tenda dietro la panetteria, perchè hanno perso la loro casa (nella foto in cover personale Onu e NPH al lavoro nell’ospedale di Saint Damien).

Giovedì 4 febbraio 2010 al campo sfollati di AVSI di Place Firte è iniziata la scuola. Con un direttore che Fiammetta Cappellini – la volontaria AVSI che più costantemente ha aggiornato l’Italia con il suo diario quotidiano – non vedeva da tre anni e tre bauli di libri. «Due tende pluriclasse: prima, seconda, terza e quarta quinta sesta. Sono un po’ fitti i ragazzini ma nei prossimi giorni monteranno altre tende per suddividerli», scrive nel suo ultimo post. Lo staff di AVSI a Port-au-Prince, rappresentato da Fiammetta Cappellini, sta fornendo aiuti di prima emergenza alle prime 4.275 persone senza tetto delle 10mila che vorrebbero assistere nelle bidonville di Cité Soleil e Martissant, nelle quali AVSI operava già da anni con basi che erano diventati luoghi di riferimento importanti per la popolazione locale e che ora, in un momento così drammatico, le persone stanno raggiungendo per trovare riparo. In questi quartieri poveri di Citè Soleil e a Martissan sono state allestite delle Tende, veri campi sfollati per l’accoglienza di queste persone.

Il programma di emergenza di VILLAGGI SOS ad Haiti, in questa fase garantisce cibo, acqua, medicine e, in molti casi, supporto psicologico a più di 30.000 bambini. Due giorni fa anche Angelina Jolie ha visitato il Villaggio SOS Sato, situato vicino a Port-au-Prince, per esprimere il suo supporto all’associazione e a tutto il lavoro che sta compiendo sull’isola di Haiti. La sua presenza ha l’obiettivo di richiamare nuovamente l’attenzione mondiale sulla grave situazione in cui si trovano i bambini del paese, per non lasciare che le persone dimentichino Haiti.

«Fino ad oggi ad Haiti UNICEF ha inviato e distribuito aiuti per 250.000 bambini» dichiara Vincenzo Spadafora, Presidente dell’UNICEF Italia. «Sono arrivati a destinazione oltre 20 voli UNICEF, una nave e vari convogli di camion da Santo Domingo, con forniture UNICEF salva-vita. Tra i beni trasportati: tende, forniture per l’acqua e l’igiene, materiali sanitari e farmaci, alimenti d’emergenza per l’infanzia e integratori alimentari, kit scolastici e per l’assistenza psico-sociale». Lo scorso 2 febbraio è iniziata a Port au Prince la campagna di vaccinazione anti morbillo, rosolia, difterite, pertosse e tetano organizzata dall’UNICEF in collaborazione con l’OMS e con il Ministero della sanità di Haiti. A tre giorni dall’avvio della campagna, è già stato vaccinato oltre un quarto dei bambini. L’intervento di vaccinazione verrà ora esteso a tutta la popolazione infantile delle aree colpite, con un obiettivo totale di vaccinare 700.000 bambini sotto i 7 anni» conclude Spadafora.

Intanto il network di Agire che raccoglie le maggiori ong italiane ha raccolto 11 milioni di euro: PER DONARE CLICCA QUI

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