Non profit

Nuova ricerca sulla Sla grazie al 5 per mille

L'Irccs avvia un progetto di ricerca nazionale che vede l'eritropoietina come ipotesi di farmaco che frena la malattia

di Antonietta Nembri

L’eritropoitina, ovvero l’epo, il doping dei ciclisti sarà protagonista di una ricerca che con le due ruote non ha nulla a che fare. Ed è una ricerca che potrebbe dare una speranza ai malati di Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa che conduce inevitabilmente alla morte: 4mila i malati in tutta Italia e nessun trattamento di guarigione. Nel mondo, al momento. esiste solo un farmaco, il riluzolo, che ne rallenta il decorso.

Ed è proprio contro la Sla che scende in campo l’Istituto neurologico Besta di Milano che mette sul piatto 500mila euro, la quasi totalità del 5 per mille dell’anno 2007, per finanziare una ricerca a livello nazionale. «I fondi non sono stati ancora erogati dal ministero, ma come CdA abbiamo deciso di anticipare la somma per proseguire rapidamente negli studi, usando proprio i fondi che i cittadini hanno deciso di darci con il 5 per mille. Questo per noi è un atto di trasparenza», ha annunciato Carlo Borsani, presidente della Fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta.

Il punto di partenza è lo studio pilota condotto proprio dall’Istituto Besta «Come direzione scientifica ci siamo sentiti in dovere di aumentare gli sforzi sulla Sla, una malattia dall’esito fatale di cui non si conoscono ancora le cause e per la quale non ci sono terapie definitive» ha sottolineato il direttore scientifico Ferdinando Cornelio. «I risultati dello studio pilota sono stati pubblicati su una rivista internazionale e ora vogliamo vedere le possibili applicazioni e quali possibilità abbia l’eritropoietina in uno studio su larga scala a livello nazionale. La medicina la dobbiamo pagare noi, dopo il primo anno dovrebbero arrivare altri finanziamenti che sono stati annunciati» conclude Cornelio.

A spiegare il progetto di ricerca sulla Sla che coinvolgerà 25 centri in tutta Italia e 160 pazienti il dottor Giuseppe Lauria dell’Unità operativa malattie neuromuscolari e neuroimmonologia. «Lo studio pilota ci ha dato importanti indicazioni e ora partiamo con la ricerca, con l’avvertenza che uno studio sperimentale non cura i pazienti, ma cerca una cura». La durata prevista è di circa un anno e mezzo. Saranno coinvolte persone entro un anno e mezzo dagli esordi della malattia. Il primo paziente randomizzato sarà individuato già a maggio, ma gli esiti finali non si conosceranno prima del 2013. Dei 160 pazienti che saranno coinvolti nello studio in cieco, la metà sarà trattata con l’eritropoietina, mentre l’altra metà con il placebo, tutti con il riluzolo. Il punto di partenza lo studio pilota su due piccoli gruppi di pazienti (24 in totale). «Dopo due anni sui 12 trattati con l’epo si è osservato una sensibile riduzione degli eventi negativi e abbiamo ottenuto indicazioni che hanno reso ragionevole fare uno studio» spiega Lauria che sottolinea come quello che partirà nei prossimi mesi sia il primo a livello internazionale che vede l’eritropoietina coinvolta in uno studio sulla Sla. Il farmaco, l’eritropoietina sarà acquistata dall’Istituto Besta e distribuito ai centri partecipanti la sperimentazione come il placebo e questo, sottolineano all’Istituto, contribuisce a rendere indipendente lo studio. L’acquisto del farmaco copre circa i due terzi dell’intero finanziamento. «L’intera ricerca costerà un milione e mezzo, 500mila euro l’anno» spiega Borsani.

La sperimentazione ha avuto il sostegno dell’Aisla er delle associazioni dei pazienti, spiegano al Besta «Aisla è una delle associazioni di riferimento e in Melazzini abbiamo anche un sostegno scientifico. Inoltre, per noi è importante perché permette di far passare le informazioni ai pazienti», sottolinea Lauria che ribadisce come: «Le sperimentazioni non servono a curare, la sperimentazione è un processo per comprendere se un farmaco modifica il decorso della malattia ed è importante che i pazienti siano coinvolti».


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