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La scure di Maria Stella

Meno pulizia nelle scuole. A rischio 2500 lavoratori

di Maurizio Regosa

 

Si è svolta stamani una conferenza stampa congiunta di Fise Anip-Confindustria, Ancst-Legacoop, Federlavoro e Servizi-Confcooperative, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti-Uil. Protestano contro la direttiva emanata a metà dicembre dal ministero dell’Istruzione che impone ai presidi un taglio del 25% dei contratti per la fornitura di servizi di pulizia e sorveglianza negli istituti scolastici. Grande preoccupazione ovviamente per i 2500 posti di lavoro che potrebbero sfumare in un momento di particolare crisi economica. Come ha sottolineato Federsolidarietà – Confcooperative «le ripercussioni sul versante occupazionale sono gravissime in particolare per le centinaia di persone svantaggiate – in maggioranza disabili – impiegate nelle cooperative sociali di inserimento lavorativo che rischiano di perdere il posto di lavoro». Le associazioni datoriali e i sindacati chiedono l’apertura di un tavolo di confronto con la Conferenza Stato-Regioni e la sospensione immediata della direttiva, in attesa di una soluzione della vertenza.

Cosa prevede la direttiva?

La Direttiva ministeriale (la numero 9537 del Miur) sollecita i responsabili di istituto perché apportino tagli consistenti (il 25%) alla spesa per gli appalti di pulizie e altre attività ausiliarie (i cosiddetti appalti storici). Tagli purché sia. Ragioni di tenuta dei conti pubblici è naturalmente la motivazione ufficiale. Che non prende in considerazione le conseguenze di una scelta a dir poco indiscriminata. Conseguenze che ciascuno può immaginare e che riguardano ovviamente le condizioni igienico-sanitarie e la manutenzione degli ambienti in cui gli studenti italiani passano parecchie ore delle loro giornata.

Colpiti i più deboli

Un taglio così consistente dei contratti potrebbe compromettere il futuro di 2500 lavoratori in un settore che è sprovvisto di ammortizzatori sociali e che impiega complessivamente 1500 persone svantaggiate. È in particolare il destino degli addetti in inserimento lavorativo a preoccupare le cooperative: persone fragili che potrebbero incontrare molte difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro. Più in generale, è stato sottolineato nella conferenza stampa, le procedure di licenziamento finiranno con il riguardare per lo più personale con rapporti di lavoro spesso a part time, prevalentemente donne e con nessuna specializzazione lavorativa.

La preoccupazione di Cittadinanzattiva

Anche Cittadinanzattiva, in una nota, chiede la revoca della direttiva sui tagli. Già ora la situazione è deficitaria dal punto di vista dell’igiene e della pulizia, come risulta dal monitoraggio che l’associazione conduce da anni (nell’ambito della campagna nazionale sulla sicurezza delle scuole). «Con questa circolare», spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della Scuola di Cittadinanzattiva, «si stanno provocando effetti a catena devastanti. Se si pensa di attribuire la responsabilità della pulizia ai bidelli bisogna fare i conti con il fatto che gli stessi si occupano spesso anche di vigilanza, sorveglianza, primo soccorso, assistenza degli alunni con disabilità, di sicurezza e sulla qualità di vita. Non è difficile prevedere che le scuole diventeranno più sporche e meno sicure; con attrezzature sempre più scadenti  e che, nello stesso tempo, le famiglie saranno costrette a sborsare contributi che di volontario hanno solo il nome sulla carta».

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