Politica

Morgan, testimonial antidroga?

Lo propone Carlo Giovanardi. Contrario Riccardo Gatti: «Un'ipotesi paradossale»

di Redazione

Se l’intervista a Max fosse confermata, «la Rai dovrebbe valutare di non far partecipare Morgan a Sanremo», ma se al contrario fosse confermata la smentita di Morgan e il cantante «fosse sincero» nel considerare la droga come un male, «un inferno in cui purtroppo è caduto in un momento passato della sua vita», allora «sarei personalmente interessato ad incontrarlo» perché potrebbe essere «come già tanti altri artisti e personaggi famosi» un «eccellente testimonial» per la lotta alla droga. Così ieri sera il sottosegretario Carlo Giovanardi a Radio24, con un incredulo Giuseppe Cruciani, il conduttore, che insisteva sul fatto che forse Morgan non fosse interessato a una proposta del genere.

Oggi la Rai ha deciso l’esclusione di Morgan dalla 60^ edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo: «Sono traumatizzato», ha commentato il cantante.

In ogni caso, la polemica sull’uscita di Morgan ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri. In un’intervista a Max Morgan avrebbe detto: «Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. La uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva». Più tardi la smentita: «La droga fa male, la considero pericolosa e inutile, mi riferivo all’uso che ne facevo in passato come terapia verso la depressione. E certo non mi sognerei mai di divulgare come insegnamento o consiglio per i giovani l’uso di stupefacenti. Forse mi è stata tesa una trappola e ci sono caduto ingenuamente». La tesi è stata smentita dal direttore di Max: «L’intervista non è stata per nulla carpita – ha sottolineato – e tanto meno è stata tesa una trappola. Il servizio, in lavorazione da tempo, è stato pienamente concordato. Il giornalista autore dell’intervista, Raffaele Panizza, ha registrato circa due ore di conversazione avvenuta comodamente a casa dell’artista cosi’ come lui desiderava. Inoltre l’articolo è corredato da un bellissimo servizio fotografico realizzato per l’occasione, in esclusiva per Max».

Insomma difficile capire dove stia la verità. «Certo è che, comunque stiano le cose, abbia o non abbia fatto uso di cocaina o di crack adesso o nel passato, la proposta di fare di Morgan un testimonial è davvero paradossale». A sostenerlo è Riccardo Gatti, uno dei massimi esperti in materia e curatorte del sito droga.net . «L’unica ragione per cui oggi si parla di Morgan», argomenta Gatti, «è il suo legame con le sostanze. Se avesse dichiarato che non ha mai fatto uso di droghe, nessuno lo avrebbe preso in considerazione, nemmeno Giovanardi e il dipartimento antidroga». «In generale», continua Gatti, «non credo alla funzione dei testimonial che alla fine dei conti si rivelano sempre più negativi che positivi». Come nel caso di Morgan? «Sopratutto nel caso di Morgan, la cui vicenda, da ogni angolazione la si voglia guardare, si sta rivelando un enorme spottone per le droghe».

Luigi Bobba lancia invece la proposta: «Un antidoping per i conduttori». Stessa idea arriva dal presidente della commissione per l’Infanzia, Alessandra Mussolini che, in accordo con la vicepresidente Gabriella Carlucci, propone che tutti i cantanti in gara al Festival di Sanremo facciano il test antidroga.


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