Famiglia
L’affido internazionale per i bambini di Haiti?
Presentato un ddl in Parlamento. Aibi applaude all'idea
Tra l’adozione internazionale e il soccorso sul posto esiste una terza via per i bambini di Haiti? Forse sì. Forse questa via di mezzo è l’affido internazionale, una soluzione “non definitiva, ma di immediata realizzazione per decine di migliaia di minori che si trovano in situazione di emergenza”, dice il senatore Antonino Caruso (Pdl). Insieme ad altri due firmatari del suo partito (Allegretti e Baldini), Caruso ha appena presentato in Senato il ddl “Disposizioni in materia di affidamento in via eccezionale di minori stranieri, di nazionalità haitiana, a famiglie residenti in Italia”.
Una proposta che viene dal Parlamento, per regolamentare una misura di accoglienza e di soccorso, che in questi giorni è stata ipotizzata da diverse realtà. A cominciare da AiBi: “Questi bambini hanno bisogno subito, bisogna attuare delle misure di protezione nei loro confronti, prima che le situazioni di abuso o di traffico non li rendano due volte vittime”, commenta il presidente Marco Griffini. “Se fossero in Italia e se fossero temporaneamente senza famiglia, cosa faremmo? Li metteremmo sotto tutela attraverso l’affidamento familiare o l’accoglienza in comunità. Perché i bambini haitiani non dovrebbero godere della stessa immediata protezione?”. Griffini ricorda le migliaia di famiglie italiane disponibili all’accoglienza temporanea.
La solidarietà italiana si è manifestata in diverse occasioni a favore di bambini colpiti da emergenze: dai piccoli vittime della tragedia di Chernobyl, ai bambini del popolo Sarawi ai minori della ex Jugoslavia, migliaia di piccoli hanno ricevuto ospitalità temporanea nel nostro Paese. Ovviamente il “soggiorno terapeutico”, così come è oggi declinato, è uno strumento che non ha caratteristiche d’emergenza e non ha niente a che vedere con l’affido vero e proprio. Ma se il Parlamento legiferasse in tempi brevi disegnando una cornice legale entro cui operare, la situazione cambierebbe.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.