Non profit

Crisafulli: «assistenza in Belgio? Vedremo»

Primi appelli della politica, ma il fratello dice "troppo tardi". Eppure, forse, in Belgio dove «certo c'è un'assistenza che qui ce la sogniamo...»

di Sara De Carli

“Non crediamo più a niente, queste cose non ci interessano più: è troppo tardi”. Così Pietro Crisafulli ha risposto ieri a Stefano Caredda, giornalista di Superabile. Ieri Pietro, fratello di Salvatore, ha ricevuto continue chiamate da parte dei giornalisti, e anche di qualche parlamentare, i primi appelli personali a ripensarci, le prime rassicurazioni. Nei giorni scorsi infatti Pietro ha annunciato che il 9 febbraio, un anno esatto dopo la morte di Eluana Englaro, anche il fratello Salvatore sceglierà la “buona morte”, con un’eutanasia fatta in Begio.

“Che ci facciamo con queste parole? Chiacchiere, chiacchiere come sempre! Sono sette anni che sentiamo le stesse rassicurazioni, che ci dicono di pazientare, che ci raccontano balle. Non ci interessa più, possono dire quello che vogliono, non ci interessa più”.

Salvatore Crisafulli, risvegliatosi nel 2005 dallo stato vegetativo, ha raggiunto più e più volte la ribalta mediatica, prima per la sua storia “miracolosa” poi per i suoi appelli per il diritto a un’assistenza più dignitosa. Aveva scritto una lettera a Welby, per fermarlo; poi aveva criticato aspramente la scelta di Beppino Englaro; aveva detto sì all’eutanasia per i malati terminali ma no per gli stati vegetatiti; aveva iniziato un pricolosissimo scipero della fame dei malati in stato vegetativo, scritto più volte a tutte le massime cariche politiche, e già una volta, nel settembre 2008, aveva “cambiato idea”, minacciando di «chiedere pubblicamente di porre fine alla mia esistenza. Perdonatemi tutti, ma io non riesco a sopportare questa lunga ed atroce sofferenza di Stato».

Il giornalista di Superabile chiede a Pietro: «E se, invece dell’eutanasia, faceste vedere a Salvatore come in altre regioni d’Italia e anche in Belgio un’assistenza degna è garantita?» “No, non lo so… Non lo so cosa succederà in Belgio: so però che lì è vero che c’è l’eutanasia, ma c’è anche una vera assistenza. Hanno un’assistenza che non ce la sogniamo. Per questo ce ne scappiamo da quest’Italia, da questa Sicilia: è un paese di merda. Ce ne andiamo in Belgio… Quello che succederà… lo vedremo. Ma siamo stanchi delle chiacchiere, siamo stanchi delle parole. Questa storia in un modo o nell’altro deve finire”.


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