Mondo

Luigi Bobba: il mio incontro con il vice Aziz, fantasma della pace

"Dal regime non bisogna aspettarsi nessun passo che interpreti le istanze che vengono dalla gente".

di Paolo Manzo

E’ rimasto deluso e parecchio dall?incontro con il vicepresidente iracheno, il cristiano Tarek Aziz. Luigi Bobba, presidente delle Acli, è tra i tanti che tra il 14 e il 15 febbraio hanno incontrato il numero due di Bagdad. Lo ha fatto perché crede che la pace sia un valore da difendere, che le soluzioni alla crisi non siano le bombe. Lo ha fatto per chiedere ad Aziz di rispettare la risoluzione 1441 dell?Onu e per ricordargli che diritti umani e democrazia sono valori universalmente riconosciuti, da tutte le nazioni che si considerano civili. Infine, Bobba ha incontrato Aziz per chiedergli un impegno chiaro in tema di libertà religiosa. Purtroppo le attese di quella che per il presidente Acli è stata un?operazione di diplomazia popolare (dopo i milioni di cittadini scesi in piazza contro la guerra), non ha sortito gli effetti auspicati. Cerchiamo di capire com?è andata. Vita: Che le ha detto Aziz sulla pace? Luigi Bobba: Che non esclude in via di principio una disponibilità totale ad aderire alle richieste dell?Onu. Anche se mette sul tappeto la necessità di una cancellazione progressiva di sanzioni ed embargo. Vita: Una richiesta di contropartita, insomma? Bobba: Sì. Noi siamo favorevoli alla revoca dell?embargo, purché gli ispettori possano svolgere tutti i loro compiti. Vita: E su diritti umani violati e mancanza di democrazia? Bobba: Aziz si è lanciato in un ragionamento a largo spettro. Ha detto che non esiste un modello assoluto di diritti e democrazia ? Vita: In pratica non ha risposto. Bobba: Già. Abbiamo chiesto chiarimenti e lui ha eluso la domanda. Vita: Non ha accennato alla possibilità di un cambio di regime? Bobba: Assolutamente no. Vita: Sulla libertà religiosa come si è espresso? Bobba: È stato molto ?coriaceo?. Ha rifiutato di considerare la questione. Ha ribadito che in Iraq esiste una piena libertà di culto e ha chiuso ogni possibilità di dialogo. Vita: Chissà se gli sciiti saranno d?accordo? Bobba: Aziz non li ha nemmeno nominati. Vita: Che impressione le ha fatto il vice raìs? Bobba: Che apprezza la nostra disponibilità, eventuale, di svolgere iniziative di cooperazione e aiuto allo sviluppo. Ma che il tutto, per Aziz, debba avvenire entro le forme che vuole lui, privilegiando gli aiuti di tipo strumentale, purché non ci siano contatti fra le organizzazioni della società civile, tra le persone. Come se questi contatti fossero considerati un pericolo. Vita: Aziz ha nominato Israele? Bobba: Sì, ed è stato molto radicale. Ha detto: “Come facciamo a sviluppare la democrazia quando abbiamo alle porte un Paese come Israele che vorrebbe distruggere tutto il mondo arabo?”. Vita: A che conclusioni è giunto dopo il colloquio? Bobba: Che dal regime non c?è da aspettarsi nulla, nessun passo che interpreti anche le istanze che vengono dalle persone che sono scese in piazza. E che, invece, queste manifestazioni abbiano un loro possibile peso sui governi, che devono tener conto delle opinioni pubbliche. Non per abbandonare la linea rigorosa nei confronti della dittatura di Saddam, ma per trovare strumenti per disarmare il raìs e arrivare a una soluzione in cui si riesca a far evolvere un processo democratico in Iraq. La scelta non deve essere l?uso della forza, e l?incontro conferma che non siamo andati alla corte di nessuno: in un tentativo di diplomazia popolare devono essere tentate tutte le strade per far sentire la voce della pace. Ma assolutamente in modo non equivoco, né accondiscendente. Vita: Ma, se un domani ci sarà un processo democratico in Iraq, non sarà di certo con Aziz? Bobba: Le cito Giovanni Bianchi, che si è incontrato anche lui con il numero due di Bagdad: è escluso che Aziz possa essere il garante di un passaggio democratico, ammesso che Saddam lasci il potere, perché il suo legame con il raìs arriva da lontano. No, non c?è possibilità alcuna. I due fanno la stessa politica. Vita: E allora come risolvere il problema? Bobba: Rispettando tutte le richieste Onu. È l?ultimo margine. Vita: È proprio quella l?ultima chance per Saddam? Bobba: Sì.


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